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“Ai sindaci di Hiroshima e Nagasaki sono stati inviati messaggi di solidarietà”

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6 agosto 1945 6 agosto 2024 di Vito Totire
HIROSHIMA:anniversario dell’olocausto nucleare, un digiuno pacifista/disarmista alla memoria
“Noi scienziati in questi anni ci siamo spinti a limite della
temerarietà. Abbiamo conosciuto il peccato”
Robert Hoppenheimer
Alle ore 8.15 un aereo delle forze armate degli Stati Uniti, un B-29, denominato Enola Gay, lanciava la prima bomba nucleare a fissione della storia della umanità sulla città giapponese di Hiroshima. Ne veniva sganciata una seconda il 9 agosto su Nagasaki.
Bombe “inutili” lanciate in un contesto storico in cui le sorti del secondo conflitto mondiale erano già, sostanzialmente, decise. Se guardiamo all’Italia dobbiamo ricordare che fonti partigiane sostengono che gli “alleati” (si dirà “occorreva abbattere il nazifascismo” e la obiezione se non si può respingere come totalmente inverosimile va però vagliata criticamente) hanno “ecceduto” in bombardamenti non esattamente con la sola finalità di battere il nemico ma per ridurre il “peso” e i meriti della lotta partigiana di liberazione; ancora oggi, molto spesso, ci sono cantieri edili che devono fermarsi per il rinvenimento di ordigni “alleati” : quanti bombardamenti si potevano evitare considerato anche che non furono tutti “intelligenti” (per usare un terribile e ipocrita termine militare coniato un po’ dopo il secondo conflitto mondiale)?
Dal 1990 ricordiamo questo momento, il 6 agosto, con una giornata di digiuno replicandola il 9 agosto, anniversario del bombardamento di Nagasaki.
Una stima approssimata attribuisce 140.000 morti alla bomba sganciata su Hiroshima e 75.000 a quella sganciata su Nagasaki.
E’ ben noto che ci sono poi state gravi conseguenze successivamente, anche ai danni delle future generazioni.
Dire che nel mondo la circostanza dell’anniversario sia rimossa, ad eccezione, ovviamente, del Giappone, è fare una affermazione eufemistica e persino scontata.
Eppure è necessario riflettere, non solo sul passato, ma anche sul presente e sul futuro.
Il problema rimane quello di sempre: i popoli ed i paesi democratici non rivendicano solo che non si aggiungano nuovi aderenti (Iran, Corea, ecc.) al club atomico, ma che gli arsenali, atomici e convenzionali, siano distrutti e cancellati dalla faccia della terra.
Gli arsenali infatti uccidono ma anche prima di essere innescati; uccidono le relazioni di amicizia tra i popoli, uccidono perché stornano risorse economiche enormi da progetti socialmente utili a sprechi militari arricchendo l’industria bellica ed affamando i poveri del pianeta.
La diffusa rimozione dell’olocausto nucleare contribuisce a facilitare il perdurare delle drammatiche guerre (dal fronte russo-ucraino alla aggressione, nelle intenzioni e nella pratica, genocida a Gaza) in atto sul
pianeta; si tratta delle guerre più conosciute, peraltro, tutti i giorni sull’orlo dell’allargamento territoriale dei conflitti ; il movimento pacifista e disarmista mondiale è totalmente impotente ; lo abbiamo visto persino nella ultima tornata elettorale europea nella quale la “colomba” non ha raggiunto il quorum (non che la via elettorale al pacifismo sia mai stata la più efficace;
tuttavia dobbiamo cercare di risalire la china e almeno evitare di associare alla palese impotenza anche la amnesia dell’olocausto nucleare
Qualunque persona ragionevole può pensare: un digiuno alla memoria non serve a nulla; la critica non è del tutto infondata ma la “rimozione” della memoria sarebbe ancora peggio.
Invitiamo chi lo ritiene opportuno ad associarsi al digiuno dichiarato per il 6 e il 9 agosto; potrebbe essere un piccolo iniziale “censimento” da cui partire come base per iniziative più efficaci di contrasto e boicottaggio della macchina di guerra a cominciare dal boicottaggio delle produzioni belliche di cui alcuni gruppi militanti pacifisti/disarmisti e alcuni settori significativi della classe operaia hanno già dato prova significativa.
Ai sindaci di Hiroshima e Nagasaki sono stati inviati messaggi di solidarietà
circolo “Chico” Mendes/ Centro F. Lorusso via Polese 30 40122-Bologna

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