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“Alain Delon non era il mio tipo, comunque bellissimi film, magari li rivedessimo nella tv/spazzatura”

newsletter del 24 agosto 2024 di Giancarla Codrignani, politologa, giornalista, già docente e parlamentare
Elezioni americane: gli americani tengono molto alle buone condizioni del presidente che vanno a nominare. Vi siete accorti che improvvisamente Trump è diventato “vecchio” e si vede? ****** Trump si lascia andare senza ritegno: non capisce che è controproducente. Vediamo se l’economia si esprime, ovviamente teniamo d’occhio le borse. ****** In Italia, oltre al referendum abrogativo, quattro regioni contestano l’autonomia differenziata. Manca l’Emilia Romagna perché (Fraschilla su Repubblica), dopo le dimissioni di Bonaccini, “non ha la forza” di votarla”. ****** Ius Scholae: FI ci sta. Salvini nega e si richiama ai patti di governo che non lo prevedono. Non ci sarà rottura, magari la “slungano”. Facciano pure. Sono al solito scandalizzata che non ci si batta contro li ius sanguinis. E’ un veleno che ha inquinato troppo la storia e dal sangue alla terra ci mettiamo le guerre. Basta: se ci facciamo una trasfusione non chiederemo mica il colore della pelle? ****** Gli aggiustamenti della spesa secondo le nuove regole fiscali europee rendono possibile una correzione graduale del bilancio pubblico che inserisca il riequilibrio fiscale e il sostegno alla crescita in una strategia, in cui le riformee gli investimenti servano ad adattare il modello produttivo italiano ai radicali mutamenti del quadro internazionale. ****** A proposito di bilancio. Il governatore della banca d’Italia ha richiamato l’attenzione sul debito, ma puntando sul servizio che va pagato alle banche che ti prestano il denaro. Ha detto che equivale al totale della spesa pubblica per la scuola. Meglio dire 82 mld (per la scuola un po’meno) ****** Andrea Manzella richiama Giorgia Meloni a rendersi conto che ha perso “l’innocenza della politica in grande”. Con le sue cinquecentomila preferenze e il suo “movimento”, il generale Vannacci sembra disegnare un ideal-tipo di candidato ad una elezione diretta del premier. Il “sì” alla “maggioranza Ursula” comportava il cordone sanitario alla destra e l’adesione a una formula costituzionale di governo necessaria per la revisione profonda dei Trattati senza. Il “no” italiano resta una ferita resta perché ha interrotto l’indirizzo costituzionale storico dell’Italia. La nuova Commissione dovrà governare “nell’interesse generale dell’Unione”. La speranza non è ancora uscita dall’Europa. ****** Il Giornale ha dato notizia di possibile richiesta di denuncia per favoritismi ad Arianna Meloni. Fratelli d’Italia fa quadrato. Renzi sente allusioni al suo partito ed è venuto giù pari. Fa pensare che Sallusti sia stato il solo a dare la notizia. un’autodenuncia preventiva? La Meloni è forse preoccupata? ****** E siccome la Meloni se la prende sempre con i giornalisti (a Torino uno va all’ospedale aggredito da 4 di Casa Pound) nella gara tra denunce forse fasulle, certo senza prove, arriva Domani. In testa nella nobile gara con Repubblica per chi viene più vituperato dal governo ****** Quello che non si può tollerare è la foto del “Domani” dalla sede “Acca Larenzia”per il cui acquisto An (Arianna Meloni?) ha versato 30 mila euro: una sala di uomini con il braccio teso. Che fa Piantedosi? ****** Oppure è un altro pretesto per attaccare la magistratura? Ma la magistratura nega che ci siano inchieste. Opera dei “servizi” (che danno sempre preoccupazione). Non sarà mica solo coscienza sporca? ****** Il gen. Vannacci è una minaccia per Salvini: ha trovato uno peggio di lui, pronto a creare un gruppo suo in Europa? i leghisti lo vogliono espellere. Ragazzi, no, non vi conviene. Ve lo siete cercato e ve lo tenete. ****** Il “Movimento” va a Cogresso. Ma va’… E Conte vuole rifare tutto, cioè riappropriarsi di ciò che ha fatto “suo” e Beppe Grillo va in pensione (che riceve già mensilmente pingue dal partito). Si prevede spaccatura. Come Vannacci con la Lega. Conte e il generale? Non sarebbe male come vignetta. ****** Se fossi simpatizzante del M5S, darei ragione a Conte: Beppe Grillo non è mai stato nulla più di “vaffanculo”. Ma – sempre se fossi – perse le illusioni di andare a gridare “onestà, onestà” e aver visitato La Mecca, capirei che diventare un partito comporta la statura (anche morale) del leader. Di Battista (come Gigino Di Maio è maturato) può battere “Faccia di Tolla”? o capeggerà la fronda? ****** Molte pagine dedicate a Alain Delon: non era il mio tipo. Comunque bellissimi film. Magari li rivedessimo nella tv/spazzatura. ****** IA: l’Intelligenza Artificiale – dicono i tecnici ambientalisti – consuma acqua in quantità abnormi. Per quanto intelligente non riesce a trovare l’acqua artificiale. ****** L’intelligenza umana. Gli “scout” celebrano – in 20.000 – a Verona i loro cinquant’anni italiani. Non hanno “problema giovani”. I problemi sono gli adulti, che non proseguono i passaggi allo scout che, cresciuto, diventa guida. Comunque – teniamo conto dei tempi – il tema delle giornate è LA FELICITA’. Secondo me, nonostante tutto, bene! ****** Sempre l’Intelligenza Umana: chi ha seguito le Olimpiadi tenga presente che ci sono le Parolimpiadi. Forse la competitività va bene senza limiti? ****** I fronti sono tutti aperti. Zelinski avanza in Russia (con le armi euro-americane), la Russia si deve difendere (incredibile quanta fatica fa) e attacca l’Ucraina. I morti continuano e le due parti sono “fiere”. Israele persevera a bombardare e mostra di non tenere nemmeno al recupero dei suoi ostaggi. i palestinesi debbono essere in così tanto dolore da non capire nemmeno più le iniziative di Hamas. ****** Continuano le trattative in Qatar e in Egitto per mettere in stand by il conflitto: perfino la mia amica filippina mi racconta che suoi parenti in Giordania pensano di tornare a Manila. Ma Israele non cede: aspettiamo Kamala? ****** Tra gli arabi mediatori, un premio speciale – finché dura – all’Iran, che ha annunciato il suo diritto alla vendetta, ma sta tirando in lungo perché – speriamo che sia merito del nuovo presidente – non vuole aprire un fronte che travolgerebbe ben più del Medioriente. ****** Vignetta: è successa a Roma ed è davvero carina: i padroni sono in villeggiatura, il ladro riesce a entrare, prepara la sua sacca di roba da portare via. Poi scorge un libro, se lo porta in terrazza, non si sa a che pagina è arrivato, ma arriva il padrone di casa. Finisce in galera, speriamo che gli abbiano lasciato il libro…   approfondimento  VIETATO A SINISTRA   Intitolando Avanti, Sorelle e informando che dieci femministe lo avevano firmato, Donatella Borghesi ha presentato sul Foglio Quotidiano subito dopo Ferragosto, il libro collettaneo “Vietato a sinistra”, interrogandosi sul femminismo, storicamente sempre di sinistra che, sui temi non condivisi, “si sta suicidando”. Le contestatrici sostengono che la sinistra rinuncia al confronto, lascia che la destra strumentalizzi le problematiche ed esprime diktat ultimativi: i due sessi, l’identità di genere, la gravidanza per altri, il sex working, i farmaci per bloccare la pubertà, l’affido condiviso nelle separazioni, le ripercussioni della logica paritari, l’occupazione degli spazi delle donne da parte dei trans, ecc. sono diventati “oggetti contundenti da lanciarsi l’una contro l’altra”, peggio che ai tempi dell’aborto. Ci mancava la boxeuse algerina. Colpa del mercato neoliberista anche dei diritti? della proclamazione dell’inclusione universale, dell’esclusione delle donne che non rinunciano alla potenzialità del corpo sessuato? il reddito delle donne resta inferiore a quello degli uomini, le carriere non vengono incoraggiate, la parità può rivoltarsi contro le donne perché “Il soggetto legittimante è sempre lui, l’uomo” e la crescita di protagonismo femminile dovuta all’uguaglianza formale non consente politiche affermative femminili. Sono una femminista degli anni Settanta, mezzo secolo fa; e non posso che domandare alle autrici – che sono tutte più giovani di me, ma che non mancano certo di esperienza nella sinistra – se hanno dimenticato che la sinistra è sempre stata patriarcale e dogmatica. Le donne erano e sono il 52% dell’elettorato, ma neppure per opportunismo i partiti progressisti si sono mai affidati al magistero delle donne. Vero è che neppure dai gruppi del movimento sono venute proposte, per esempio una richiesta di abolizione dell’obiezione di coscienza all’aborto. Le donne hanno continuato a votare per razionalità politica, ma sono sempre più stanche. Il veterofemminismo deprecava l’emancipazionismo e chiedeva la liberazione e sapeva che il potere che governava il sistema era assolutamente maschile e le donne affidavano le loro proposte alle parti politiche, destra e sinistra patriarcali prima ancora che capitaliste. Oggi in Italia due donne – una a capo del governo, l’altra dell’opposizione – in nome della parità convalidano il patriarcato. Ma i problemi non sono nati oggi. Nessun paese vive senza leggi, ma l’aborto fu definito da una norma positiva che parla di maternità libera e responsabile. Chi ha votato quella legge sa bene che l’impegno era proseguire il dibattito sul merito della libertà femminile, cosa che non ha avuto seguito e nessuna sinistra ha mai richiesto l’abolizione dell’obiezione di coscienza. Né si sono mai superati, nemmeno dentro le organizzazioni progressiste, i ruoli ancora obbligati “per natura”, una natura a sinistra diversamente dogmatica rispetto alle religioni. I diritti dei “diversi” trovarono accoglienza anche perché ci si accorse che erano un grande bacino elettorale. Il femminismo della differenza riconosceva che i “generi “sono due solo grammaticalmente, ma che i corpi sono altro, capaci di virtù relazionale; che la riproduzione è il potere più grande di tutti, ma che le donne vogliono cambiare “questo” potere; che prima di essere madri volevano nidi, asili e posti di lavoro. Aveva valorizzato il corpo, che è individuale e non ha statuti se non il rispetto dei suoi diritti, femminili non solo maschili. La sessualità non è solo biologia e presenta bisogni nuovi, non solo fisiologici: oggi, quando uomini desiderano generare figli – dimostrano che le donne non invidiano il pene , ma i maschi l’utero – si cercano formule di giustizia compatibili con situazioni non previste ma non meno umane. Non è un problema “di sinistra”. Forse c’entra l’amore – parola poco usata in questi dibattiti – che ha a che vedere con l’intimità, ma riguarda in primis la solidarietà sociale. Le discussioni che accompagnarono il divorzio e l’aborto, partivano dalla consapevolezza che non diventava obbligatorio divorziare o abortire. La “normalità” di coppia è stata un pregiudizio che ha indotto al suicidio o al matrimonio riproduttivo persone che si sapevano “diversi”. Se i giovani non hanno così chiaro il “destino” deciso alla nascita e noi “vetero” non ci avevamo pensato, i problemi si affrontano sul piano medico e psicologico, non confliggendo tra transfemministe e intersezionali, come noi una volta. Solo che non me la prenderei con i dogmi della sinistra: se non è mai stata divisa come ora, cerchiamo di darle la solita mano: tocca al femminismo continuare l’impegno liberatorio e portare la discussione pubblica non solo di sinistra ai problemi veri di un sé scomposto: nel patriarcato anche l’uomo (la sinistra?) ha tutto da perdere.  Giancarla Codrignani Vietato a sinistra. Dieci interventi femministi su temi scomodi edito da Castelvecchio. Introduzione di Francesca Izzo e saggi di Silvia Baratella, Marcella De Carli Ferrari, Lorenza De Micco e Anna Merlino, Daniela Dioguardi, Caterina Gatti, Cristina Gramolini e Roberta Vannucci, Doranna Lupi, Laura Minguzzi, Laura Piretti, Stella Zaltieri Pirola.                         
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