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Cresce l’ansia di non corrispondere alle attese sociali, in un circolo vizioso senza fine

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Società dell’ansia. Perché oggi pare che l’ansia sia diventata una dimensione non solo emotiva personale ma una «figura sociale»? Il filosofo Vincenzo Costa nel suo ultimo libro La società dell’ansia, (Inschibboleth, Roma 2024, pp. 148, € 16,00) azzarda un’ipotesi: perché stiamo assistendo alla «sparizione del futuro» e delle «sue declinazioni: la promessa, l’attesa, la progettazione». Tutto questo genera un’«inquietudine» difficile da contenere, con molteplici pressioni che s’accavallano sul presente. L’uomo si trova insicuro, perché privo di riti che diano senso e profondità nel tempo al suo agire, più è portato a conformarsi alle richieste sociali, più cresce l’ansia di non corrispondere alle attese sociali, in un circolo vizioso senza fine.

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