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MORTE SUI BINARI:”A fianco dei familiari e dei compagni di lavoro dell’operaio deceduto”

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MORTE SUI BINARI A s. Giorgio di Piano (Bologna)
Per una efficace strategia di prevenzione occorre costituire dappertutto i “gruppi operai omogenei”
Trascorsi solo pochi giorni dal primo anniversario della strage di Brandizzo ancora morte sui binari; le notizie disponibili al momento sono che un operaio di una ditta appaltatrice di RFI è stato travolto da un treno alle ore 4.50 ;
il lavoro notturno costituisce di per sé un fattore di grave rischio che , in generale, al momento attuale non viene sufficientemente contenuto con misure organizzative (compresa la necessità di evitarlo quando non è strettamente necessario) né viene sufficientemente compensato con riposi adeguati; si tratta di un lavoro che confligge con i ritmi fisiologici circadiani dell’essere umano e quindi è intrinsecamente fattore di distress e di rischio ancor più nel caso in cui fosse associato anche alla condizione che viene definita di “lavoro isolato”; di questo cantiere al momento sappiamo solo quello che riportano i media ma parlare di RFI, lavoro notturno e ditte appaltatrici fa, di per sé, scattare l’allarme e pone l’inevitabile interrogativo sulla adeguatezza delle misure di prevenzione;
pochi giorni dopo l’anniversario della strage di Brandizzo un operaio ha fatto dichiarazioni molto importanti e significative; l’operaio si chiama Alessandro Cantalamessa ; ha parlato -dicono gli organi di stampa- dopo un incontro al cimitero col padre di Kevin che come si ricorderà fu una delle giovani vittime ; Cantalamessa ha “rivelato” elementi che si potevano facilmente intuire: operai chiamati al turno di notte dopo aver fatto il turno del mattino, 220-230 ore pagate 160 , ed altri fattori di costrittività organizzativa e di distress; come si può e si deve gestire un percorso di prevenzione primaria ?
Da due anni stiamo cercando di rilanciare la strategia dei “gruppi operai omogenei” ; la sicurezza del lavoro si deve gestire nell’ambito di un rapporto di collaborazione tra lavoratori e organi pubblici di vigilanza e gli interventi della vigilanza devono essere preceduti da assemblee di “gruppo omogeneo” che devono essere chiamate poi a validare le proposte che riguardano la bonifica dei rischi e le azioni di miglioramento;
se questa dinamica avesse preceduto la strage di Brandizzo quella strage non si sarebbe verificata perché sarebbero emerse “il giorno prima” i problemi denunciati da Alessandro Cantalamessa , operaio che ha deciso di parlare , appunto ,dopo la emotività suscitata dall’incontro al cimitero di cui abbiamo riferito.
Dunque le condizioni di lavoro presso il cantiere di s.Giorgio di Piano erano state monitorate?
A noi risulta che alcuni sindacati di base avevano , circa un anno fa, segnalato all’organo di vigilanza, la esigenza di effettuare una valutazione dei rischi nello scalo ferroviario di Castel Maggiore; non conosciamo i riscontri di quella segnalazione forse anche perché, per la verità, a volte i rapporti tra che segnala e chi ha i poteri di vigilanza, non sono , diciamo, molto fluidi” ; peraltro certo peggioreranno ulteriormente con il decreto del governo attualmente in carica che prevede il preavviso di 10 giorni prima del sopralluogo ispettivo ! quello che però possiamo dire è che , benché il fattore principale sia il rapporto di forza tra i lavoratori e il datore di lavoro, contestualmente occorre rilanciare un rapporto di sinergia e collaborazione tra “gruppo omogeneo” e servizi di vigilanza al fine di costruire una vera ed efficace rete protettiva che garantisca uguale speranza di vita salute e benessere per tutti.
Siamo a fianco dei familiari e dei compagni di lavoro dell’operaio deceduto per ogni esigenza di tutela e di giustizia.
Vito Totire, RETE NAZIONALE LAVORO SICURO
Via Polese 30 40122 Bologna

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