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PROGRESSO E SVILUPPO

                                    

   Francesco Domenico Capizzi*

L’Associazione SCIENZA MEDICINA ISTITUZIONI POLITICA SOCIETA’ (www.smips.org) non intende riscrivere una Storia delle Scienze esatte o della Medicina oppure occuparsi di Sociologia o Politica, ma revisionarne alcuni tratti e connessioni per ricollocarle criticamente nelle varie epoche in cui si sono sviluppate, soprattutto a partire dal positivismo con la rigogliosa rapida ascesa tecnico-tecnologica, sospinta dall’incalzare della grande Storia progredopo la seconda metà dell’800. 

Le interpretazioni e le narrazioni di ogni epoca spesso esulano dalla vita dei popoli e dai loro bisogni essenziali dando origine ad una sorta di alienazione dalla realtà. Uno scostamento dai reali bisogni di intere popolazioni che traspare in larga parte delle storiografie politico-socio-economiche tendenti ad attribuire al potere di singoli uomini ed oligarchie, impropriamente elevati ad unici protagonisti, l’inizio e l’esito di eventi succedutisi, eclissandone le cause e gli effetti con suggestivi proclami e allettanti promesse in larga parte irrealizzate e che, anzi, oggi, sembrano allontanarsi dall’orizzonte. 

È quanto accade nell’illustrare la trasmissione e l’applicazione accademica dell’apparato dottrinario medico, con le mirabili innovazioni apportate nei secoli, precipuamente orientato a diagnosticare e a curare malattie in larga parte evitabili che trovano origine e crescita nelle medesime variegate pieghe della società in cui il corpus medicus vive e opera. Si descrivono gli avanzamenti della Medicina, si illustrano le gesta dei suoi protagonisti e i risultati conseguiti, si annunciano mete avveniristiche contro le ormai pandemiche malattie degenerative e neoplastiche trascurando le cause che le producono e l’incertezza degli esiti ottenibili con le terapie pur molteplici e complesse. 

Le ragioni di tanta indeterminazione risiedono nella collocazione culturale asimmetrica delle classi dirigenti, politiche e professionali, sempre più orientate verso un tecnicismo tecno-autocratico che assume il ruolo di entità poliedrica e immobile nel tempo e nello spazio, perciò incapace di modificare le molteplici contraddizioni in cui si dibatte la vita quotidiana, nelle sue varie forme e nelle sue proiezioni future. 

Intanto viene trascurato il lento e quasi impercettibile declino di ogni istanza di progresso sociale a favore di uno straordinario svettante sviluppo tecnico-tecnologico. Bisogna ammettere che perfino l’idealità di un progresso sociale, confuso con il pragmatismo economico-finanziario dello sviluppo industriale e tecnologico, si mostra in disuso nelle sedi della politica, della cultura e delle organizzazioni e aggregazioni sociali, debole e sfocato nel raggio visuale di larga parte delle persone che vivono il nostro tempo. 

Assimilato a sviluppo il termine progresso è andato dissolvendosi nel vocabolario quotidiano per la forte prevalenza, storica e contemporanea, dello sviluppo tecnico-tecnologico-autocratico sulle ragioni che ostacolano il realizzarsi di un vero progresso sociale auspicato dalla Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo, dalla Carta europea e dalle Costituzioni nazionali. Un fenomeno di eclissamento che non è ascrivibile soltanto a ragioni semantiche, ma ad una distrazione dalle fonti della conoscenza. 

Non che i due concetti, sviluppo e progresso, debbano oggi trovarsi contrapposti, anzi ambedue possono contribuire armonicamente a formare e sostenere il medesimo circolo virtuoso con il centro occupato saldamente, nella coscienza e nell’agire di ognuno, dal bene comune

In forza del suo corpus medicus, depositario di millenari codici etici e deontologici, la Medicina può assumersi il compito di contribuire a colmare la divaricazione creatasi fra progresso e sviluppo, a partire dalla promozione dell’unitarietà delle culture scientifico-tecnologica ed umanistica per giungere a concepire ogni potere esercitato nelle Istituzioni come la sommatoria di bisogni, diritti e doveri che fondano il consenso sociale di ogni stato liberal-democratico. Questa conclusione è rappresentata nello Statuto di SMIPS, pilastro su cui fonda la propria azione.

* Già docente di Chirurgia Generale nell’Università di Bologna e direttore di Chirurgia generale negli Ospedali Bellaria e Maggiore di Bologna

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