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Fridays for future. Una grande manifestazione per le strade di Berlino

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Molte decine di migliaia le ragazze e i ragazzi che hanno risposto all’appello dello sciopero per il clima. Alle 12 di questa mattina 24 settembre 2021 nel grande parco di fronte al Bundestag sono arrivati con i loro cartelli scritti a mano, con striscioni, molti sono piccoli, poco più che adolescenti. Hanno gli zaini coi libri di scuola e con le merende, si siedono in circolo nel grande prato in attesa che cominci la manifestazione. Dai loro cartelli scritti a mano si comprende perchè sono lì: ” Fermare il cambiamento climatico, non abbiamo un altro pianeta “, ” Care culture not car cultur”, ” il cambiamento climatico è peggio dei compiti a casa” Molti slogan oltre che in tedesco sono scritti in inglese. Questi adolescenti sanno bene come comunicare con efficacia: si piazzano davanti alle camere di tante televisioni internazionali con i loro cartelli. Il movimento, sia pure liquido, senza strutture organizzative visibili e ossificate, ha una propria organizzazione fluida, efficace, il servizio d’ordine svolto da questi adolescenti è inflessibile con coloro che non portano la mascherina o che non mantengono le distanze.


Emerge dai discorsi e dagli slogan che queste ragazze e ragazzi hanno chiaro che non si può fare il cambiamento ecologico della società a spese dei più poveri, molti cartelli richiamano il fatto che non si può uscire dalla crisi climatica con ingiustizie sociali ancora più gravi, o meglio non vi sarà riconversione ecologica dell’economia se i costi della transizione saranno scaricati sui paesi più poveri e su coloro che vivono del proprio lavoro. Proprio perchè ho già avvertito critiche verso questo movimento da parte di signori più o meno miei coetanei (vicini e oltre i 70) con affermazioni del tipo ” movimento elitario da ZTL ( da ricchi che abitano nei quartieri residenziali ) ” oppure “Tra vent’anni o anche meno si capirà che questa è solo pastura per piccioni. Una infima minoranza che abita nei paesi ricchi.”  inviterei i miei coetanei a considerare questo movimento come qualcosa che non gli appartiene. Questo movimento appartiene a questi adolescenti che faranno le loro esperienze, subiranno le loro sconfitte e se potranno cercheranno di risolvere i problemi che competono alla loro generazione. Un cartello portato da una ragazza gridava : ” bruciate il patriarcato, non il carbone” mi pare molto appropriato rispetto a certe critiche senili distruttive di ogni speranza. Non siamo di fronte ad un movimento fondato su richieste capricciose: il cambiamento climatico mette in gioco nel giro di pochi decenni la vita su molte parti del pianeta, anche nei territori fortunati abitati dai ricchi. Se i sistemi economici cosiddetti sviluppati e le democrazie mature non si faranno carico di questo dato sarà una tragedia anche dal punto di vista politico poichè di fronte alle emergenze ambientali catastrofiche le popolazioni si consegneranno nelle mani di chi prometterà protezione autoritaria ed esclusiva per una minoranza di privilegiati. Questa generazione di adolescenti sta compiendo forse per la prima volta nella storia una grande operazione di prevenzione per il proprio futuro: ha svolto con l’aiuto dell’intuizione, della scienza e dei report scientifici ( vedi IPCC ) una corretta e purtroppo verosimile valutazione dei rischi ambientali, di salute e di sopravvivenza per il proprio futuro. Da questa presa di coscienza inquietante per un futuro devastato dagli sconvolgimenti ambientali si è alimentato un movimento reale, poco ideologico e sempre più basato sui dati dei report scientifici. Sappiamo che è difficile decostruire stili di vita e di consumo e apprendere a vivere in modo più compatibile con l’ambiente: però sappiamo che questo salto di paradigma loro stanno cercando di farlo, la nostra generazione, nella stragrande maggioranza, non ci ha neppure provato. Una grande manifestazione questa di Berlino ove speranza, voglia di vivere e di felicità si sono accompagnate nei volti, nei discorsi, negli slogan sui cartelli con la preoccupazione che il tempo scorre veloce verso il punto di non ritorno di molti processi di degrado ambientale e le iniziative pubbliche e private per contrastarli, per costruire nuovi equilibri di vita, sono inadeguate. Per questo hanno bisogno di alleanze con gli adulti e gli anziani e non di rimproveri: la responsabilità per come si è ridotto l’ambiente non è loro, è nostra e delle generazioni che ci hanno preceduto.

Gino Rubini, editor di Diario Prevenzione.

Alcune foto della manifestazione. ( foto gierre usabili sotto licenza Creative Commons 4.0 )

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