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‘Libertà va cercando che sì cara’. Ma quale libertà

di Beppe Manni

Dante dopo il doloroso viaggio nell’inferno, in una luminosa mattina di primavera arriva con Virgilio alla spiaggia del Purgatorio insieme ad altri mille spiriti che attendono di iniziare la purificazione. Virgilio per ingraziarsi Catone il custode della montagna che si era suicidato per non cadere nelle mani del tiranno, gli dice le famose parole: “Or ti piaccia gradir la sua venuta libertà va cercando, ch’è sì cara – come sa chi per lei vita rifiuta” (Pg, 1,71).

Di quale libertà va parlando Dante? Il Festival della filosofia parlava di libertà. Libertà da, libertà per; libertà personale, politica. Libertà gridano i No Vax. La nostra Costituzione è il frutto di una ‘Liberazione’ dalla schiavitù nazista e fascista e nasce la Repubblica: res publica cosa di tutti. 

Gli spiriti che sbarcano ai piedi del monte del Purgatorio cantano il salmo “In exitu Israel de Aegyto”, è infatti il giorno di Pasqua che ricorda la liberazione degli ebrei  dalla schiavitù egiziana. Anche queste anime si sono appena liberate dal corpo e attraverso le sette cornice si andranno purificando dal peso dei sette peccati capitali per poter arrivare in Paradiso. La Libertà di Dante è dunque la liberazione dal peso dei vizi e delle passioni sregolate. Solo così acquisti il completo dominio della tua vita e del tuo libero arbitrio, la capacità di scegliere tra il bene e il male senza il ricatto e la pressione dei vizi che ottenebrano l’intelletto e sviano la volontà. Alla fine della faticosa salita del monte, Virgilio simbolo della ragione umana saluta Il suo discepolo e gli dice : “…lo tuo piacere ormai prendi per duce …non aspettar mio dir più né mio cenno – libero, dritto e sano è tuo arbitrio, e fallo fora (sarebbe sbagliato) non fare a suo senno – per ch’io te sovra te corono e mitrio”: ora sei libero di seguir i tuoi desideri non puoi sbagliare, e io ti incorono re e papa, cioè la tua coscienza raddrizzata è padrona, e non avrai più bisogno di maestri sia in campo psicologico, politico e religioso. E’ un’affermazione straordinaria che va alla radice del significato della libertà. Solo sradicando dal cuore e dal pensiero il male puoi dichiararti veramente libero. Libertà interiore. Non a caso Il poeta entrerà nel Paradiso Terrestre, dove l’uomo è ancora puro e liberato dal male: è un luogo benedetto, ci dice il poeta,  il mito cantato dagli antichi come l’età dell’oro o dai poeti come il Locus amoenus: armonia tra divinità, uomini, donne, animali e natura. Prati fioriti, venticello, ruscelli freschi, uccellini che cantano e belle donne che danzano e raccolgono fiori. Il padre Dante sembra mandarci un messaggio in bottiglia: se sconfiggeremo le tre belve della selva oscura; la cupidigia, la prepotenza e lo smodato desiderio del piacere, potremo ritornare in un paradiso terrestre.

l’immagine : Dante, Virgilio e Catone: «Libertà va cercando ch’è sì cara», Divina Commedia, Purgatorio Autore Gustavo Doré fonte wikipedia

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