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IV NOVEMBRE UNA FESTA MUTILATA

(Beppe Manni Gazzetta di Modena 3.XI.21)

Sulla facciata del Duomo di Modena viene raccontato da Wiligelmo la storia della Genesi: la creazione di Adamo ed Eva, il frutto proibito divorato,  l’auto-esilio dal paradiso terrestre, verso una terra desolata, e poi subito le conseguenze tragiche della scelta del male: i progenitori schiavi del lavoro e Caino che uccide il fratello Abele, l’innocente pastore, con una grossa mazza di legno. Nel museo del risorgimento a Bologna c’è un’altra mazza, chiodata: i soldati austriaci la usavano per ‘finire’ i soldati italiani nelle trincee, tramortiti dai gas velenosi. Nella I guerra mondiale gli uccisi e mutilati da bombe, baionette, pugnali e mazze sono stati quasi 10 milioni, settecentomila gli italiani. I loro nomi sono scritti nelle migliaia di piccoli e grandi monumenti in ogni paese e città italiani. Sono giovani di vent’anni. Poveri ‘abeli’ mandati ad ammazzarsi l’un l’altro innocenti e inconsapevoli. Il Tempio ai Caduti di Modena del 1929, è dedicato ai 7237 uccisi nella Grande Guerra, i cui nomi sono scolpiti nella cripta della chiesa.  

Il cimitero di Redipuglia ha cento mila scritte: PRESENTE! e il mastodontico Altare della Patria a Roma costruito dalla retorica fascista, inneggiava all’inutile macello. Per noi oggi questi monumenti sono un immenso grido di dolore e di condanna contro i politici e i generali macellai che hanno mandato a uccidersi tanti nostri parenti.

Sono sepolcri imbiancati di marmo. Cantava l’inno garibaldino scritto da Mercantini  nel 1858 ‘Si apron le tombe si levono i morti, i martiri nostri son tutti risorti…’. Che risorgano pure i nostri morti, ma per gridare non alla vittoria, ai sacri confini violati, al Piave che mormorava, alle bandiere insanguinate e ingloriose. Ma per mandare un messaggio: mai più guerre.

Su un rudere di Fagarè nel Trentino c’era una scritta ‘Meglio un giorno da leoni che cent’anni da pecore’…quei giovani avrebbero preferito altri cinquantenni di vita da pecore per lavorare la terra, amare una donna, formarsi una famiglia, accudire i loro vecchi e allevare i figli. Perché non scriviamo a lettere d’oro il V comandamento: NON UCCIDERE?

Il chirurgo per guarire il cancro, apre la pancia e mette a nudo le viscere sanguinolente e malate, le asporta. E guarisce il malato. Si ‘aprano’ dunque le tombe per mostrare le ossa frantumate di tanti nostri giovani. Per guarire dalla retorica malsana della guerra.

Nel VII girone infernale Dante affoga in un mare di sangue bollente e putrido i tiranni e gli omicidi, flagellati da mille dardi dei Centauri.

Le antiche società hanno inventato i Tabù: cose che npon solo non si devono fare mai ma nemmeno nominare: l’incesto, il cannibalismo, lo stupro dei bambini, il sacrilegio, la necrofilia ecc. Delitti condannati in tutti codici della terra. Anche la guerra deve diventare TABU con la proibizione condivisa da tutti i popoli, di esaltare le uccisioni, le operazioni belliche, le armi. Le atomiche. Proibirne i film, le letture, messaggi. Parole da cancellare, indicibili, innominabili.

Il 4 Novembre è una giornata della compassione e della denuncia. Un altro giorno dei morti.  La cittadinanza onoraria di Modena non andava data alla nostra Accademia militare e ai suoi paludati guerrieri, ma a tutte le madri sacrificate sull’altare delle guerre inutili. A quella mamma piangente vestita di nero che sceglie la bara del Milite Ignoto. 

Immagine : Mazza ferrata austriaca © Museo Civico del Risorgimento di Bologna che ringraziamo.

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