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QUANDO DI MAMME NON CE N’E’ UNA SOLA

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QUANDO DI MAMME NON CE N’E’ UNA SOLA

di Beppe Manni*

Risultato immagine per quadri festa della mamma

La festa della mamma fa pensare a molte cose.

Ho fatto alcuni incontri con dei giovani che si preparavano al matrimonio. Non mi sento un esperto. La riuscita di un matrimonio dipende da tanti fattori: l’esempio della famiglia, la stabilità economica, la buona formazione dei giovani. E poi molta fortuna. Non sono di buon esempio i matrimoni e i non-matrimoni che nascono e muoiono di politici, attori e vip che si vantano delle loro numerose avventure amatoriali esibendole come tacche nella loro pistola. I matrimoni che durano anni fino alla vecchiaia ci sembrano ormai eventi fortunati. Tra la gente comune la fine di un matrimonio è vissuta come una sconfitta portatrice di sofferenze, povertà, crisi psicologiche. Ecco le cose che mi sono sentito di dire ai giovani. Il matrimonio è la più piccola comunità che si forma nella società. Al di là della scrematura religiosa, moralistica e giuridica rimane un patto tra persone adulte e mature che promettono di volersi bene e di vivere insieme condividendo la loro vita…fin che morte non li separi nella buona e nella cattiva sorte, si recita nelle ritualità del famoso giorno. Oggi diremmo fin che la vita insieme è sopportabile.

 Ma esiste un altro fattore del quale poco si parla. I figli. Se dall’unione non sono nati dei figli, la divisione è come la rottura di un fidanzamento, senza danni collaterali. Ma se ci sono figli? Credo che non si tenga sufficiente in conto della loro sofferenza spesso silenziosa. I genitori divisi cercheranno di catturare con regali, ricatti e promesse l’affetto dei piccoli. Destinati a vivere con altre mamme o papà. O nonni. E gli adulti che fingono che non ci siano contrasti. “Maxima debetur puero reverentia” scriveva il poeta Giovenale (Satire XIV), al fanciullo si deve il massimo rispetto. E’ una massima antica ma saggia.

Sul mio balcone una cincia ha fatto sette ovini. Fin che i piccoli non sono stati capaci di volare, nutrirsi e difendersi dalle gazze rapaci, tutti e due i genitori hanno covato, nutrito, e accompagnati i piccoli uccellini. Poi non so.

Quando decidete di sposarvi e di mettere al mondo dei figli, dicevo loro, vi dovete impegnare ad allevarli almeno fino a quando diventeranno grandi. E’ un segno di maturità e responsabilità. Non aggiungo altro se non augurarvi che il vostro matrimonio e il vostro amore duri per sempre. O almeno per lungo tempo. Perché comunque la vita comune della famiglia con nonni, genitori figli e nipoti è una cosa molto buona se pur con difficoltà: portano l’affetto, il mutuo aiuto e la condivisione dei ricordi.

* Gazzetta di Modena 11.V.22

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