Vai al contenuto

Amianto, Epidemiologia malattie amianto-correlate, Istituto Superiore di Sanità, legge 257, ministero della salute, protezione lavoratori dall’amianto

  • di

Amianto e salute in Italia: priorità e prospettive

Condividi con:

Tempo di lettura: 2 minuti

Tempo di lettura: 2 minuti

Diretta Streaming – 24 marzo 2022. Evento organizzato da Istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute. (Link alla registrazione dell’evento e alle presentazioni)

Nel 1992 in Italia, prima che in ogni altra parte del mondo, venne emanato un asbestos ban che di fatto interrompeva (pur con alcune rinvii ed eccezioni niente affatto trascurabili) l’estrazione, l’importazione e la lavorazione di amianto e materiali contenenti amianto, oltre a iniziare ad affrontare (in termini previdenziali molto più che sanitari) il problema dei lavoratori “ex esposti”.

L’esempio italiano fu man mano seguito da molti altri Paesi, non senza forti azioni oppositive promosse dalle parti imprenditoriali economicamente interessate (che arrivarono a coinvolgere l’Organizzazione Mondiale del Commercio) con l’accompagnamento di  altrettanto forti azioni di lobbying da parte di scienziati consulenti del mondo delle imprese, che contrastavano di volta in volta la cancerogenicità dell’amianto in quanto tale, la cancerogenicità dell’amianto crisotilo “puro”, la cancerogenicità delle esposizioni all’amianto “successive alle prime”, la cancerogenicità dell’amianto sul tessuto polmonare in assenza di fibrosi asbestosica … e così via.

La profonda rilevanza dell’asbestos ban italiano del 1992 (decisivo sia sul piano “pratico”, sia su quello culturale) non deve far dimenticare i diversi aspetti della vicenda che rimasero lasciati in ombra, tra i quali in particolare:

– quelli dell’amianto ancora presente in opera (manufatti edili in cemento-amianto e vinil-amianto, coibentazioni di impianti industriali, coibentazioni di navi e rotabili ferroviari…), dell’amianto presente in natura nelle “pietre verdi” (serpentiniti e ofioliti), dell’amianto presente in articoli di importazione (ad esempio parti di automobile), dell’amianto presente in vari tipi di talco …, con conseguenti esposizioni anche di natura extra-occupazionale;

– quelli dei lavoratori che, seppure per intensità e durate mediamente assai più basse che nel passato, continuavano e continuano ad essere degli “attualmente esposti”;

– quelli dell’equo indennizzo e delle tutele assicurative dei lavoratori che hanno continuato e continuano ad ammalarsi per pregresse esposizioni ad amianto.

Fare il punto sui rischi e le patologie da amianto in Italia per l’oggi e per il futuro è, quindi, un’operazione tutt’altro che di natura commemorativa o addirittura “archeologica”, anche ai fini di un contributo alla necessaria “operazione verità” che ancora oggi è necessaria, pur dopo tanti decenni dai primi “impieghi” e dopo tante conseguenze alla salute di un numero enorme di persone, non solo lavoratori. E’ quindi importante che il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità abbiano promosso l’iniziativa del prossimo 24 marzo.

E’ importante che nel 2022 in Italia si discuta di un aggiornamento organico della normativa sull’amianto e del come favorire sia la conservazione in sicurezza ovvero, ove appropriata, la rimozione dei manufatti contenenti amianto ancora in opera sia la gestione in sicurezza delle ofioliti.

E’ importante che di amianto e di danni alla salute legati a questo materiale si parli, in una fase in cui ancora parte della scienza tende a diffondere, anche in sede giudiziaria, un po’ di nebbia e tanti dubbi sulla “storia” dei rischi e delle conseguenze di salute, sulla realtà del fenomeno, sull’appropriatezza (passata e presente) delle diagnosi, e infine sulle responsabilità complessive e dei singoli.

E’ importante che tutte queste azioni si svolgano nella piena consapevolezza del molto che si sa sui rischi e le patologie da amianto, delle cose che ancora non si conoscono appieno e che vanno quindi razionalmente ed eticamente gestite sulla base del principio di precauzione, della necessità di processi di informazione, conoscenza e consapevolezza collettive grazie ai quali tutte le scelte che si faranno siano quanto più possibile partecipate dalle comunità.

(Visited 39 times, 1 visits today)

Lascia un commento