di “ENERGIA PER L’ITALIA”
DECALOGO per le elezioni del 25 settembre 2022
Il gruppo di ricercatori “Energia per l’Italia” (http://www.energiaperlitalia.it/),
coordinato dal prof. Vincenzo Balzani, si rivolge alle elettrici e agli elettori,
chiamati al voto in un momento critico per il futuro del Paese.

Siamo in una “tempesta perfetta” nella quale le difficoltà sociali ed
economiche della pandemia non ancora risolta si sommano all’emergenza
climatica e alla crisi energetica, resa ancor più drammatica dalla guerra
scatenata dalla Russia nel cuore dell’Europa. In questo momento nel
quale le italiane e gli italiani sono ancora preoccupati per la propria salute
fisica, ma ancor più per le bollette di gas e luce e per i rincari del cibo, nel
quale gli agricoltori vedono sparire i raccolti e le aziende energivore sono
costrette a fermare gli impianti, nel quale i giovani vedono sfumare il loro
futuro, siamo chiamati a votare avendo ben chiari i programmi dei
partiti che si candidano a governare.
La voce dei ricercatori invita pertanto elettori e politica a ragionare su un
Decalogo di azioni e proposte.
Quando andrai a votare, considera questi dieci punti
1 TRANSIZIONE ENERGETICA, DALLE FONTI FOSSILI ALL’EFFICIENZA E
ALLE FONTI RINNOVABILI
Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente dal 1980 al 2019, a causa degli
eventi estremi dovuti alla crisi climatica, l’Italia ha subito perdite
economiche stimate in 72,5 miliardi di euro. L’inquinamento è
responsabile in Italia di 60mila morti ogni anno. La dipendenza dalle
importazioni di gas e petrolio ci espone ai rischi della speculazione dei
mercati e ci rende soggetti ai ricatti di regimi autocratici e antidemocratici.
La crisi idrica che sta colpendo il Paese mette a rischio dal 30 al 50% della
produzione agricola nazionale, penalizza la filiera agroalimentare, a causa
dell’aumento generalizzato dei prezzi ed aumenta quindi le diseguaglianze
sociali e di genere. È necessario accelerare la transizione dalle fonti fossili
ed inquinanti ad un sistema basato sul risparmio energetico, l’efficienza e
le fonti rinnovabili. Con queste scelte, dipenderemo meno dalle
importazioni di gas e petrolio, avremo rapidamente bollette più basse,
benefici ambientali e climatici, e anche una crescita virtuosa degli
investimenti e dell’occupazione.
2 DEMOCRAZIA ENERGETICA, ENERGIA COME BENE COMUNE
Il Sole è il più grande “reattore a fusione nucleare” già disponibile per la
produzione di energia rinnovabile e fornisce ogni anno 15mila volte
l’energia di cui l’umanità necessita. La ricerca scientifica ha sviluppato le
tecnologie necessarie a catturare l’energia solare come il fotovoltaico, il
solare termico e l’eolico, così come quelle per conservare l’energia in
maniera molto efficiente, ad esempio con le batterie al litio e i pompaggi
idroelettrici. È necessario che ognuno di noi sia messo nelle condizioni di
produrre energia pulita e soprattutto di condividere e scambiare l’energia
prodotta attraverso la rete elettrica e il relativo mercato, che devono
essere riorganizzati per gestire il 100% di energia elettrica rinnovabile.
L’energia deve diventare un bene comune, staccandosi dalla logica dei
sistemi centralizzati in cui pochi producono/distribuiscono e tutti
consumano la risorsa, se hanno la possibilità di acquistarla. La democrazia
energetica si può realizzare attraverso un’economia di condivisione del
vettore energetico che alimenta le nostre società e una rete che supporta
l’autoconsumo collettivo, attraverso l’indispensabile evoluzione delle
comunità energetiche.
3 BASTA CON I SUSSIDI ALLE FONTI FOSSILI
In Italia ogni anno ben 35,5 miliardi di euro di denaro pubblico vanno a
sostenere la produzione e l’impiego di fonti fossili. Secondo l’OCSE, questi
sussidi gravano in modo importante sui conti pubblici e sulle tasche dei
contribuenti, sono dannosi per l’ambiente, socialmente iniqui e inefficienti;
l’onere che ne deriva grava sulla fiscalità generale e sottrae risorse che
potrebbero essere destinate ad altri finanziamenti di pubblica utilità. Un
tale fardello ambientalmente dannoso e socialmente iniquo va rimosso e
le risorse economiche così liberate devono essere utilizzate per sostenere
la transizione ecologica.
4 L’ENERGIA NUCLEARE NON È LA RISPOSTA GIUSTA ALLA CRISI
Un ritorno al nucleare per supportare la transizione ecologica e combattere
il cambiamento climatico, come alcuni politici stanno affermando, è
totalmente sbagliato per vari motivi. Non si tratta di una fonte energetica
verde perché, se è vero che nelle centrali nucleari viene prodotta elettricità
senza generare CO2, a monte se ne genera moltissima per processare il
combustibile, per costruire e infine smantellare la centrale; l’uranio non è
una fonte energetica rinnovabile e le scorte di combustibile sono limitate;
il problema delle scorie non ha ancora una soluzione e sussiste il pericolo
di gravi incidenti alle centrali, come Chernobyl e Fukushima dimostrano;
la costruzione di una centrale nucleare richiede grandi investimenti e
almeno 15 anni per completare i lavori; la dismissione di una centrale è
un’impresa ancora più costosa della sua costruzione e produce altre scorie
che non sappiamo dove mettere. Nel caso specifico dell’Italia, poi, c’è da
considerare che il nostro paese non è adatto al nucleare, essendo un
territorio densamente popolato e sismico, che non ha riserve di uranio e,
ormai, non ha neanche più le competenze per costruire e gestire una
centrale nucleare, cosa che ci renderebbe dipendenti da altre nazioni che
hanno uranio e tecnologia.
5 EDIFICI E TRASPORTI EFFICIENTI, SOSTENIBILI E NON INQUINANTI
Gli edifici italiani costruiti durante il boom economico del dopoguerra
mostrano gravissimi limiti dal punto di vista energetico, generando alti
costi energetici e forti emissioni di CO2 per il riscaldamento e il
raffrescamento. Si deve assolutamente rimettere mano alla coibentazione
e al miglioramento energetico di tutti gli edifici pubblici e privati
puntando alla sostituzione delle caldaie a gas con efficienti termopompe
elettriche, alimentate da fonti rinnovabili. Occorre inoltre un piano
straordinario per l’installazione di pannelli solari termici per la produzione
di acqua calda sanitaria.
I trasporti in Italia generano il 25% di tutte le emissioni di gas serra, un
fortissimo inquinamento dell’aria e sono quasi del tutto dipendenti dalle
importazioni di petrolio. È necessario potenziare i trasporti pubblici locali
a trazione elettrica, trasferire quote rilevanti delle merci su treno e
vietare la vendita di nuovi motori termici entro una data ravvicinata. È
necessario istituire prezzi politici per gli abbonamenti mensili o annuali
sull’intera rete del trasporto pubblico, utilizzare solo motori elettrici,
estendere i treni veloci sull’intera rete, costruire una rete ciclabile
nazionale molto capillare.
6 ATTIVARE SUBITO IL PIANO NAZIONALE DI ADATTAMENTO AL NUOVO
CLIMA
Il cambiamento climatico è già in atto e sta creando impatti notevoli su
popolazione ed ecosistemi. Bisogna assolutamente ridurre le emissioni di
gas serra e quindi l’uso dei combustibili fossili (mitigazione) e allo stesso
tempo bisogna agire sugli effetti del nuovo clima con azioni di
adattamento, per ridurre i rischi già presenti e quelli futuri, anche maggiori
e più frequenti. In Italia esiste una Strategia di Adattamento Nazionale da
dieci anni, ma non c’è ancora un Piano Nazionale di Adattamento che
selezioni le azioni prioritarie e le metta in atto, al contrario di quanto
avviene in tutti i Paesi Europei. È tempo che l’Italia si allinei; siamo già in
clamoroso ritardo!
7 FORMAZIONE PER UNA CITTADINANZA CONSAPEVOLE E RICERCA
FINALIZZATA A RISOLVERE LE CRISI
Il Paese deve investire in formazione e ricerca, a maggior ragione in un
momento di crisi. La formazione è necessaria per avere cittadini e politici
consapevoli delle grandi sfide che li attendono, mentre la ricerca è
fondamentale per lo sviluppo. Formazione significa fornire agli studenti
una preparazione inter- e trans-disciplinare creando lo spirito critico,
necessario per muoversi nel mare delle informazioni oggi disponibili, e
affrontare il problema della sostenibilità nelle sue tre dimensioni,
ambientale, economica e sociale, facendo riferimento all’Agenda 2030.
Ricerca significa investire il denaro pubblico avendo sempre in mente il
bene sociale. Poiché i finanziamenti, per quanto cospicui, sono sempre
limitati, occorre definire le linee di ricerca da potenziare; dovranno essere
privilegiate quelle tematiche che ci permettono di trovare possibili
soluzioni ai gravi problemi sanitari, ambientali, economici e sociali che
caratterizzano la nostra epoca.
8 AGRICOLTURA SOSTENIBILE, CONSERVAZIONE DEL SUOLO E
PROTEZIONE DELLE FORESTE
Il clima è cambiato e cambierà ancora; è dunque essenziale un
adattamento del sistema agricolo italiano al nuovo clima: diminuzione e
compatibilità ambientale delle produzioni animali, oggi eccessive e
sostanzialmente insostenibili; potenziamento del settore biologico e delle
produzioni locali; drastico abbattimento dei danni arrecati dall’agricoltura
industriale ai suoli, alle acque e alla biodiversità; massima integrazione con
l’ambiente e le risorse naturali disponibili. Le foreste non vanno tagliate
ma protette e devono continuare a crescere e assorbire CO2. Serve un serio
impegno per fermare il consumo irreversibile di suolo che si riflette sul
dissesto idrogeologico, sul ciclo dell’acqua e indirettamente sul clima. I
soldi pubblici che vanno alle imprese agroalimentari devono essere
condizionati all’effettivo miglioramento sul fronte ambientale.
9 PROTEGGERE LA SALUTE DALL’INQUINAMENTO DELL’ARIA
La protezione dell’atmosfera deve agire sia sulle emissioni di gas serra, per
limitarne gli impatti sul clima, sia sulle emissioni di inquinanti primari e
secondari, per minimizzare le concentrazioni di composti insalubri nell’aria
che respiriamo. Esempi di inquinanti sono il black carbon e l’ozono a bassa
quota, che hanno effetti sulla salute e sul riscaldamento a breve termine
del pianeta. In generale, come afferma l’Organizzazione Mondiale della
Sanità nel suo rapporto 2021, gli sforzi per migliorare la qualità dell’aria
possono ridurre i cambiamenti climatici e gli sforzi per la mitigazione dei
cambiamenti climatici possono, a loro volta, migliorare la qualità
dell’aria. Diminuendo cioè l’uso dei combustibili fossili si crea un circolo
virtuoso che impedisce in Italia e nel mondo milioni di morti premature
dovute sia alla cattiva qualità dell’aria che alle conseguenze del
cambiamento climatico.
10 PIÙ EQUITÀ SOCIALE IN ITALIA E NEGOZIARE PER LA PACE IN EUROPA
I dati Istat informano che nel 2022 la povertà assoluta ha raggiunto il
massimo storico in Italia, con circa 5,6 milioni di poveri. La pandemia
COVID-19 e il cambiamento climatico hanno aumentato le disuguaglianze,
esacerbando le difficoltà sociali e sanitarie. Per ridurre le disuguaglianze
occorre, da un alto, redistribuire il reddito mediante tassazione
progressiva più spinta, tetti agli stipendi più elevati, alte tasse di
successione e tasse sui patrimoni elevati e, dall’altro, sviluppare e
potenziare i servizi e i beni pubblici: sanità, scuola, trasporti, strutture
sportive, parchi.
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha riportato la guerra nel
cuore dell’Europa, ha fatto decine di migliaia di vittime ed è già un conflitto
di lunga durata con drammatiche conseguenze. Questa guerra va fermata
subito e va cercata una soluzione negoziale; con le principali reti pacifiste
e organizzazioni della società civile del nostro paese, raccolte nel cartello
Europe for Peace, chiediamo che l’Italia si impegni affinché riprendano i
negoziati per un immediato cessate il fuoco.
Ti invitiamo a votare, perché solo così sarai l’artefice del tuo futuro e di
quello dei tuoi figli