Un errore interpretativo blocca 5mila medici di famiglia. E 2 milioni di cittadini restano privi di assistenza
FIMMG, DOTTNET
Alcune Regioni hanno deciso di impedire a questi medici di mantenere gli incarichi e di riconoscerli come parte del percorso formativo, per un mero dubbio su quanto previsto dalla normativa vigente
Per un mero errore interpretativo, alcune Regioni hanno deciso di impedire ai medici in formazione di assumere incarichi provvisori e di sostituzione di medicina generale, lasciando quasi due milioni di cittadini senza medico di famiglia, migliaia di ambulatori territoriali di Continuità Assistenziale (ex guardia medica) scoperti e centinaia di presidi di emergenza territoriale senza medici del 118.
“Stiamo assistendo ad uno scandaloso paradosso – commenta la Segretaria Nazionale della Fimmg Formazione più di 5000 medici che finora hanno garantito l’assistenza a milioni di cittadini non potranno più farlo, a causa di un’interpretazione arbitraria di alcune Regioni che hanno deciso di impedire a questi medici di mantenere gli incarichi e di riconoscerli come parte del percorso formativo, per un mero dubbio su quanto previsto dalla normativa vigente”.
Già dal 2018 infatti, in considerazione dell’emergente carenza di medici di medicina generale, era entrata in vigore una legge che permette, in deroga alle incompatibilità precedenti, ai medici iscritti al corso di formazione specifica in medicina generale di assumere gli incarichi convenzionali; quest’anno la legge è stata prorogata fino alla fine del 2024, integrandola inoltre all’interno del percorso formativo come tirocinio pratico, con il supporto di un tutor (che quasi nessuna Regione ha messo a disposizione). Eppure, nonostante questa legge non faccia alcuna distinzione tra le diverse tipologie di incarico e nonostante anche il contratto nazionale ne consenta l’acquisizione, alcune Regioni hanno deciso di escludere gli incarichi provvisori e di sostituzione, ritenendo “poco chiara” la normativa. “Ancora una volta c’è il tentativo di ridurre al lumicino la Medicina Generale, di spegnere l’assistenza garantita dal Servizio Sanitario Nazionale. A pagarne le spese, saranno solo i cittadini”, conclude la nota Fimmg