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Lucernario: vite intrappolate, vite passate dall’amore all’odio oppure soltanto amore lucido e attivo?

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Lucernario: vite intrappolate: vite passate dall’amore all’odio oppure amare di un amore lucido e attivo?

di Marina Cagossi*

Recensione di un romanzo omonimo di Josè Saramago

Jose Saramago scrive questo primo suo romanzo tra il 1949-1952, rifiutato dall’editore e rimasto inedito sino al 2011.

Storia ambientata a Lisbona metà xx secolo, in un palazzo di un quartiere popolare non meglio identificato dove vivono sei famiglie.

Ci si insinua nella storia come se si osservassero, da un lucernario appunto, i movimenti e le vite di questi personaggi che transitano e vivono all’interno del palazzo. Vite che si intrecciano tra di loro e hanno al centro le dinamiche delle relazioni umane, vite intrappolate, vite passate dall’amore all’odio, odio scaturito dall’abbandonarsi al disamore.

La vita risulta un insieme di brutture, di miseria, di paure e di ignoranze, è una “vita disgraziata”, dice Silvestre, e, se fosse per questo, vivere risulterebbe orribile ai più, perciò la vita deve essere “interessata, proiettata verso un punto ed oltre”; questo punto è un grande ideale, sostenuto da una grande speranza, “se c’è qualcuno che non prova questo sentimento è perché è morto prima di nascere”. L’unica cosa che rende la vita godibile è questo ideale, per Silvestre l’ideale da perseguire è “amare di un amore lucido e attivo”.

Silvestre, uno dei personaggi, insegna un tipo di amore che non è totalitario, ma appunto “lucido e attivo”: lucido perché deve discernere da persona a persona, attivo perché non deve rimanere immobile e deve aumentare il proprio dominio di amore, parla d’avere un ideale da amare e da perseguire, perché la vita è inutile senza questo.

Ma c’è anche un secondo punto di vista, nel quale la felicità non è data da un modo di vivere o dalle scelte, bensì “la felicità è o non è”, semplicemente.

Al di qua o forse al di là delle chiacchiere inevitabili, un silenzio, spesso angosciante, il silenzio inquisitore del passato che ci contempla e il silenzio ironico del futuro che ci attende.

Il passato passa e resta con noi così, l’amore che si rinnova giorno per giorno.

*bibliofila

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