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Dante poeta della speranza e dell’utopia di un mondo diverso

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DANTEDI’: Dante poeta della speranza e dell’utopia di un mondo diverso

di Beppe Manni, Gazzetta di Modena 5.IV.23

Dal 2020 il 25 marzo è il Dantedì. In quel giorno il grande poeta inizia il suo viaggio. Per tornare a riveder le stelle, deve attraversare i nove gironi infernali dove i peccatori sono puniti per le loro colpe. Attraverso la legge del contrappasso nelle loro carni sperimentano eternamente, le terribili sofferenze che loro hanno inflitto agli altri sulla terra. Nella bufera, nel fuoco e nel gelo tormentati dai diavoli e in compagnia di peccatori famosi.  Chi si è convertito prima di morire si purifica nel ‘purificatorio’ (purgatorio), per poter arrivare al Paradiso.

Dante immagina l’inizio del suo cammino nell’equinozio di primavera quando il giorno è uguale alla notte. Nel triduo della settimana santa del 1300. La congiunzione astrale è propizia nella costellazione dell’Ariete, il tempo in cui fu creato il cielo e la terra. È un tormentato sentiero che finisce nella contemplazione di Dio in Paradiso. Noi moderni, laici disincantati, ci fermiamo volentieri prima, in cima al monte del purgatorio dove dopo le penitenze affrontate nella sette cornici, godiamo del paradiso terrestre, un vero locus amoenus, dove in un’eterna primavera ci allietano alberi pieni di frutti saporiti, erbe e fiori, canti di uccellini, ruscelli dalle fresche e limpide acque. Nella foresta incantata dell’Eden, passeggiano belle fanciulle che parlano con noi. E’ il giardino sognato dagli antichi poeti come Virgilio, Tibullo e Ovidio che vagheggiavano la mitica età dell’oro. Qui regnava la pace e l’abbondanza; gli uomini non erano rovinati dalla maledetta sete del guadagno e le ninfe e i satiri amoreggiavano serenamente tra di loro. Anche il buon Dante sembra raccontare che se sapremo vincere le tre belve, il leone la lupa e il ghepardo simboli dell’orgoglio, della cupidigia e della lussuria, potremo abitare in un nuovo Paradiso terrestre.

Ho una visione. Siamo all’inizio della primavera, il tempo magico dell’equinozio. La terra ci dona di nuovo i suoi profumi, colori e frutti; in questi giorni c’è stato un allineamento di cinque pianeti in fila con il luminoso Giove al centro; un mese fa all’orizzonte è passata una piccola cometa a salutarci. Dionigi il Piccolo nel 500 dC. cominciò a contare gli anni dell’era volgare proprio partendo dal 25 marzo. Il giorno dell’incarnazione in Maria del figlio di Dio.

Lasciateci fare il sogno che le tre bestie umane litigiose, bramose e sanguinarie cercano di cancellare. Un nuovo Eden può essere un regalo del cielo. O meglio un dono dei miliardi uomini e specialmente donne di buona volontà. Perché Dante è il grande poeta della speranza e dell’utopia di un mondo diverso.

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