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In Iran morta bambina di 11 anni: la repressione cruenta continua

  • di
di AMNESTY INTERNATIONAL
Una bambina di 11 anni è morta dopo essere stata avvelenata nella sua scuola a Qom, in Iran. Il caso di Fatemeh, questo era il suo nome, potrebbe non essere l’unico.    A partire da novembre dell’anno scorso, migliaia di ragazze sono finite in ospedale dopo aver respirato gas tossici. Secondo i dati ufficiali, da allora 13.000 studentesse hanno avuto bisogno di cure mediche. I sintomi più comuni sono tosse, difficoltà respiratorie, irritazione al naso e alla gola, palpitazioni, mal di testa, nausea, vomito e intorpidimento degli arti. Ormai più di 100 scuole sono state attaccate, alcune più di una volta. Molte famiglie hanno ritirato le loro figlie dalle scuole.   Tutto lascia pensare a una campagna coordinata per punire le studentesse per aver partecipato alle proteste scoppiate dopo la morte di Mahsa Amini, caratterizzate da una forte presenza femminile. Manifestare in strada, togliersi il velo obbligatorio e mostrare i capelli in pubblico, sono solo alcuni dei gesti dimostrativi delle studentesse iraniane. Gesti coraggiosi ma inaccettabili agli occhi dei fanatici religiosi.    Il ministro della Salute ha dichiarato che non ci sono “prove concrete” che le studentesse siano state avvelenate e ha aggiunto che “più del 90% dei problemi di salute è causato da stress o è stato inventato”.   Non è lo stress che sta avvelenando le studentesse iraniane!   Chiedi di proteggere le ragazze e garantire il loro diritto allo studio.   Rettangolo con angoli arrotondati: FIRMA IL NOSTRO APPELLO
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