Alcol e tumori: quel cancro che non ti aspetti (OMS, IARC. ISS)
Perché non bere è la scelta migliore per la salute se si parla di prevenzione dei tumori
“Salute”! Un augurio che più passa il tempo e più si svuota di quel significato basato su miti sfatati, su disinformazione, su false evidenze costruite persino da ricercatori che spesso hanno dovuto sconfessare le proprie pubblicazioni internazionali ammettendo di averle “falsificate”, altri in sospetto di conflitto d’interessi per finanziamenti ricevuti da parte del settore della produzione e di “esperti” che ancora oggi scorrazzano sui social, persino in pandemia, persino in Italia e che hanno addirittura richiesto l’intervento del Ministero della salute e dell’Istituto Superiore di Sanità attraverso campagne di contrasto alle fake news diffuse ad hoc.
Eppure, nel corso degli ultimi venti anni l’evidenza scientifica prodotta a livello mondiale si è via via uniformata ed è stato raggiungo un consenso internazionale, più volte confermato attraverso le più prestigiose riviste scientifiche, che le bevande alcoliche sono cancerogene per l’uomo, l’alcol contenuto in qualunque bevanda alcolica, vino, birra, amari, superalcolici cocktail e via dicendo, è cancerogeno per l’uomo e che non esistono quantità consumate, pur moderate , che non siano a rischio, per oltre 200 patologie tra le quali almeno 12 tipi di cancro.
Ed è sul rischio cancro, derivante dal consumo anche moderato di bevande alcoliche, che si è soffermato il rapporto finale e sono stati prodotti i dati interattivi online della IARC, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’OMS, con dati che confermano le evidenze già pubblicate su The Lancet attraverso valutazioni condotte da gruppi che hanno coonvolto centinaia d’istituzioni di tutela della salute e autorità competenti da tutto il mondo, e confermate per l’Europa dall’Ufficio Regionale Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
L’alcol aumenta il rischio di cancro, anche 1 bicchiere al giorno rappresenta un rischio in tal senso, che cresce in funzione dell’incremento delle quantità consumate. Si stimano in 740.000 l’anno i casi di cancro evitabili causati anche dal bere moderato, il 4% di tutti i nuovi casi.
L’associazione tra alcol e il rischio sostanzialmente più elevato è stato dimostrato per diverse forme di cancro, sicuramente quelli del canale digerente come quello del colon e del cavo orale, ma anche quello che non ti aspetti: il cancro della mammella nella donna. Già da tempo si cerca di sensibilizzare alla diffusione di un’informazione capillare sull’evidenza che ogni singolo drink aumenta del 6% nella donna il rischio di cancro della mammella che già con il secondo bicchiere vede aumentare del 27% tale rischio anche in funzione della presenza/assenza di recettori per gli estrogeni nel tessuto mammario.
Un’informazione che non passa sui media, non passa nei piani di prevenzione universale, tanto meno nelle strategie di prevenzione oncologica; non passa neppure nelle manifestazioni della società civile e degli utenti che “corrono” per la prevenzione al rosa e, grottescamente, non fa breccia neppure nei contenuti dei messaggi di prevenzione delle associazioni, delle “leghe” che si occupano di prevenzione dei tumori al seno recuperano fondi attraverso la vendita del calice di vino o della bottiglia lì dove, come succede in Italia, non si esprimano esplicitamente a favore del bicchiere moderato, del vino in particolare.
DONNE E ALCOL
E se bere è diventato uno status symbol per molte donne di tutte le età, l’effetto dello sviluppo sociale ed economico ha determinato un sostanziale aumento del consumo di alcol nelle donne secondo un modello di emancipazione che è stato già negativamente sperimentato con il fumo ricalcando il modello di rischio e di consumo maschili, improponibili fisiologicamente per la donna, biologicamente più vulnerabile agli effetti dell’alcol.
Ed è proprio in Paesi come l’Italia e in Europa che si registra un preoccupante, evitabile carico di tumori attribuibili all’aumentato consumo di alcol nelle donne e si verificano i rapporti maschi-femmine più simili dei tassi di cancro attribuibili all’alcol; in numerose realtà, secondo gli ultimi dati, il cancro al seno ha rappresentato negli anni più recenti il principale motore degli alti tassi di incidenza del cancro attribuibili all’alcol tra le donne.
L’aumento del rischio si riscontra comunque, per entrambi i sessi, anche tra i consumatori leggeri a moderati, con consumo fino a due drink al giorno; 1 caso su 7 di tutti i nuovi tumori nel 2020, oltre 100.000 casi in tutto il mondo sono stati causati da consumi ricompresi nei due drink al giorno (ogni drink ha in media 10-12 grammi di alcol, un bicchiere di vino da 125 ml, 330 ml di birra, 40 ml di superalcolico).
GLI EFFETTI NEGATIVI DELL’ALCOL
Sono 10.000 i nuovi casi di cancro causati dall’alcol in Italia tra le Nazioni a maggior diffusione a livello mondiale. A dire il vero, dei 10.000 nuovi casi di cancro causati dall’alcol, almeno 2.000 sono da consumo moderato secondo la IARC e siamo sempre tra le prime Nazioni al mondo per percentuale di nuovi casi di cancro da alcol per diverse malattie non solo del fegato. Se la finalità è voler fare prevenzione del cancro il messaggio è: non esistono quantità di alcol sicure per la salute e non bere è la scelta migliore (OMS, Codice Europeo contro il Cancro). L’alcol danneggia l’organismo e direttamente il DNA delle cellule, anche delle staminali, compromettendo ed impedendo la riparazione del DNA, un danno assolutamente evitabile se si sceglie di limitare il consumo in maniera drastica.
NESSUN CONSUMO DI ALCOL FA BENE
I vantaggi nel non bere sono innumerevoli; il consumo cronico di alcol, anche consumo moderato, ha effetti negativi su tutti gli organi e apparati e si contano oltre 220 malattie totalmente o parzialmente attribuibili all’alcol. La narrazione basata sulle fake news del vino come toccasana per la salute è causa di ostacolo alla corretta prevenzione ed è la stessa OMS che ribadisce che l’industria dell’alcol sta ostacolando il raggiungimento degli obiettivi di salute sostenibili delle Nazioni Unite e contribuisce ad abusare della credulità popolare che genera nel mondo, ogni anno, oltre 3 milioni di morti a causa dell’uso di alcol.
Ed è bene sottolineare “uso” non “eccesso” di alcol perché è oramai acclarato che non esistano quantità “sicure” di consumo di alcol.
L’EFFETTO DELLA PANDEMIA
Durante la pandemia, il consumo di alcol è aumentato per stessa valutazione delle associazioni e del mondo della produzione e, secomdo i dati dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità, i consumi dannosi sono stati registrati soprattutto tra i consumatori che erano già a rischio. L’effetto è stato aumentare il rischio dei danni di breve termine, come l’intossicazione acuta, e di medio e lungo termine, come l’alcoldipendenza, accompagnata da più elevata mortalità, e il cancro, le malattie del fegato e quelle cardiovascolari. Il tutto in soggetti con disturbo da uso di alcolici che soffrono, insieme alle famiglie, un’esistenza devastata dall’uso di alcol.
POLITICHE CARENTI
Le politiche e gli interventi efficaci per aumentare la consapevolezza pubblica del legame alcol – cancro e ridurre il consumo complessivo di alcol per prevenire il carico dei tumori attribuibili all’alcol sono ancora ben lontane dal rappresentare la norma. Specie in Italia dove settori della produzione si impegnano in proposte di legge che chiedono 13 milioni di euro l’anno per l‘introduzione dell’insegnamento della storia del consumo di vino nelle scuole di ogni ordine e grado, incuranti della Legge 125/2001, del divieto di promozione delle bevande alcoliche ai minori, almeno sino ai 18 anni; incuranti della necessità di prevenzione da assicurare in una fascia di età che si estende sino ai 25 anni, quando il cervello diventa meno vulnerabile agli effetti dell’etanolo.
PROTEGGERE ANCHE IL RESPIRO
Lancet Oncology rilancia il messaggio di estrema precauzione, in particolare nel periodo COVID in cui l’alcol favorisce le infezioni virali polmonari, abbassa le difese immunitarie, potrebbe ostacolare l’adeguata risposta immunitaria al vaccino. E quel cancro che non ti aspetti, che dovrebbe essere annunciato e spiegato sulle etichette delle bevande alcoliche come richiesto dalle strategie Europe EU Beating Cancer. Una richiesta che ha suscitato le proteste di una parte del mondo della produzione, in particolare vitivinicola, che dichiara di volersi esentare dall’obbligo previsto dalle normative di inserire le informazioni nutrizionali in etichetta. Eppure serve consapevolezza al fine di contrastare l’incidenza alcol-correlata collegata ai tumori del tratto aerodigestivo superiore (cavità orale, faringe, laringe ed esofago) e ai tumori del colon, del retto, del fegato e della mammella femminile. Insieme, questi tumori hanno contribuito a 6,3 milioni di casi e 3,3 milioni di decessi a livello globale nel 2020 (dati del database GLOBOCAN 2020).
AGIRE ANCHE SU PREZZI E PROMOZIONE Con l’aumento del consumo di alcol previsto almeno fino al 2030 in diverse regioni del mondo, è necessario agire per ridurre l’onere evitabile del cancro attribuibile all’alcol. Politiche fiscali collaudate hanno portato a una diminuzione del consumo di alcol da parte della popolazione nell’Europa centrale e orientale e potrebbero essere implementate in altre nazioni che non dispongono ancora di politiche efficaci sull’alcol efficaci basate sui “best buys” dell’OMS che forniscono la base per ridurre la disponibilità fisica ed economica delle bevande alcoliche, per attuare serie politiche dei prezzi e di tassazione, per incrementare il rigore dei controlli sulla pubblicità pervasiva ed aggressiva nei confronti dei giovani: tutte pratiche convenienti ed efficaci per ridurre il consumo di alcol tra la popolazione generale e contribuire ad evitare l’onere grottesco del cancro attribuibile al consumo di alcol. Tutti i risultati del report “Cancers Attributable to Alcohol” sono disponibili sul sito web https://gco.iarc.fr/causes/alcohol, parte del Cancer Causes subsite del IARC Global Cancer Observatory e integrano i dati sui modelli di consumo di alcol in tutto il mondo dal Sistema Informativo Globale su Alcol e Salute