Completare la transizione energetica 3087
di Vincenzo Balzani*
Disastri ambientali come quelli che hanno colpito molte regioni italiane possono essere in parte prevenuti con costose opere di adattamento (ad esempio, dotando i fiumi di casse di espansione), ma è più importante risolvere il problema alla radice, portando a termine la transizione energetica in modo da frenare il cambiamento climatico, definito nella Conferenza ONU di Parigi “il più grave pericolo per l’umanità”.
Oggi usiamo prevalentemente i combustibili fossili, una risorsa energetica non rinnovabile e in via di esaurimento. I combustibili fossili sono presenti solo in certe regioni del mondo, vanno estratti scavando miniere o pozzi e devono essere raffinati e trasportati nei luoghi d’uso con operazioni complesse. Il possesso, o anche solo il controllo dei giacimenti fossili è spesso motivo di guerre. Usando i combustibili fossili generiamo calore, che è la fonte meno pregiata di energia, un gas (CO2)che è il maggior responsabile del cambiamento climatico e sostanze inquinanti. Secondo gli accordi più recenti a livello europeo dovremmo ridurre fortemente l’uso dei combustibili fossil
*professore emerito nell’Università di Bologna
i entro il 2030, per poi bandirli dal 2050.
Le energie del Sole, del vento e dell’acqua, con le quali dobbiamo sostituire i combustibili fossili, sono rinnovabili, piovono dal cielo, non vanno né trasportate né raffinate. Non producono CO2 e neppure inquinamento; inoltre non generano calore, ma energia elettrica, che è la forma più pregiata di energia perché può essere usata come tale, trasmessa e distribuita senza problemi e convertita con alta efficienza in altre forme di energia. Al difetto delle energie rinnovabili, l’intermittenza, si può ovviare con sistemi di accumulo. Quindi, l’economia basata sulle fonti rinnovabili ha molti vantaggi e un’efficienza maggiore dell’economia basata sui combustibili fossili.
La transizione energetica dai combustibili fossili alle energie rinnovabili è ben avviata; in Europa nel 2022 le fonti rinnovabili hanno generato il 23% dell’elettricità e In Italia, poco meno del 40%. Volendo, sarebbe possibile, sia tecnicamente che economicamente, portare a termine la transizione anche prima del 2050. Più in fretta si fa meglio è, perché in questo modo fermeremo il cambiamento climatico, eviteremo la morte prematura di molte persone causata dall’inquinamento e aumenteremo il numero di posti di lavoro. La transizione energetica risolverà il problema del clima per le prossime generazioni e contribuirà anche a ridurre le disuguaglianze perché le nazioni più povere, che sono quelle più colpite dai cambiamenti climatici, sono anche le più ricche di energie rinnovabili.
La realizzazione della transizione energetica, però, è ostacolata dalla fortissima lobby dei combustibili fossili che in molti paesi, Italia compresa, è anche in grado di condizionare le decisioni politiche. È necessario, quindi, che tutte le persone a cui sta a cuore la custodia della Terra, la nostra casa comune, manifestino un forte impegno sociale e politico per far sì che la transizione venga completata prima che la crisi climatica si aggravi ulteriormente.
*professore emerito nell’Università di Bologna