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Prevenire rischi di infezioni dopo le vacanze

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Rischi di infezioni dopo le vacanze

AIOM, DOTTNET

Raccomandati controlli per cuore e pelle, oltre alla prevenzione oncologica

La fase finale dell’estate e il ritorno dalle vacanze nascondono insidie per la salute spesso sottovalutate. I cambi di temperatura, i postumi di un soggiorno al mare, le infezioni sessualmente trasmissibili sono alcune delle minacce da cui occorre proteggersi attraverso visite di controllo e screening che, se effettuati per tempo, possono impedire conseguenze indesiderate.. 

SOTTO LA LENTE DI INGRANDIMENTO CUORE, PELLE, INFEZIONI – Dopo l’estate, vi sono diversi aspetti della salute su cui si raccomanda particolare attenzione. “Anzitutto, è indicato uno screening cardiologico . In secondo luogo, è opportuna una visita dermatologica, soprattutto per chi sia stato esposto al sole in mare o in montagna, per verificare eventuali danni provocati dagli stress stagionali, come esposizione al sole e scottature, per effettuare il controllo dei nei in epiluminescenza, per curare dermatiti e altre eventuali affezioni della pelle e delle unghie (come le micosi). Inoltre, sarebbe anche importante effettuare una visita ginecologica e screening infettivologici per escludere la presenza di infezioni che possono essere state contratte nel periodo estivo: il contatto con la sabbia e con l’acqua del mare, infatti, unito alle alte temperature, favorisce la proliferazione di batteri, virus e altri microrganismi, basti pensare alle cistiti frequenti, causate nella maggior parte dei casi da un comune batterio (Escherichia coli). Inoltre, occorre ribadire la necessità di uno screening delle patologie sessualmente trasmissibili, che possono essere indotte da patogeni come Clamidia, Neisseria, Micoplasmi, Ureaplasmi, Papilloma virus e herpes virus tra i più comuni. Non a caso, una grossa fetta di popolazione ha contratto nella sua vita almeno una di queste infezioni

LA PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE ONCOLOGICHE – Una imprescindibile forma di prevenzione riguarda le patologie oncologiche, drammaticamente trascurate durante la pandemia. “Per un’efficace prevenzione oncologica il dualismo pubblico-privato deve essere decisamente superato e le liste di attesa per la prevenzione secondaria devono essere definitivamente abbattute. In Italia, pre-Covid, sono stati diagnosticati circa 377mila nuovi casi di tumore maligno, causa di morte per 183mila persone (AIOM, i numeri del cancro in Italia, 2020). Le principali società scientifiche hanno calcolato che, in piena pandemia, le nuove diagnosi di neoplasia si sono ridotte dell’11% rispetto al 2019, i nuovi trattamenti farmacologici del 13%, gli interventi chirurgici del 18%. Gli screening per il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon retto hanno registrato una riduzione di 2 milioni e mezzo di esami. Questi ritardi devono essere sanati al più presto. Inoltre, con l’aumento dell’aspettativa media di vita a 87 anni per le donne e a 83 anni per gli uomini si assiste ad una sempre maggiore richiesta di prestazioni sanitarie a carico del SSN. Se si aggiungono gli enormi costi sociali che le malattie tumorali diagnosticate in fase avanzata lasciano prevedere (si pensi al costo esorbitante delle cosiddette “terapie innovative” alcune delle quali raggiungono costi di 250mila euro per singolo paziente), la diagnosi precoce del tumore resta l’unica reale possibilità non solo per favorire guarigioni certe, ma anche per evitare l’implosione un Sistema Sanitario Nazionale Universalistico che tutti ci invidiano ma che ormai non è più sostenibile per la montante richiesta di prestazioni sanitarie troppo onerose. Per questo è necessario mettere in atto con urgenza azioni mirate per una diagnosi oncologica più precoce possibile che coinvolga tutte le strutture sanitarie più virtuose presenti sul territorio al fine di ottenere una decisa riduzione delle liste di attesa e di conseguenza degli immensi costi economici e sociali. 

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