OTTANTA ANNI FA era l’8 settembre 1943
di Beppe Manni Gazzetta di Modena 8 sett 23)
Ottanta anni fa: 8 settembre del 1943 Badoglio, annunciava l’entrata in vigore dell’armistizio di Cassibile tra il Regno d’Italia e gli alleati Anglo Americani.
Qualche insegnamento ce lo deve pur dare la storia.
Principalmente per chi ancora ha nostalgia del regime fascista. Quella perversa dittatura fu direttamente responsabile di una tragedia italiana che durò altri due anni. Le famiglie italiane nei primi tre anni di guerra, avevano vissuto la guerra nei lutti dei propri figli morti o prigionieri in Grecia, in Nord Africa, in Russia. Dopo l’8 settembre i tedeschi invasero l’Italia e occuparono militarmente città, pesi e campagne. Non solo sfruttarono le nostre risorse nazionali, ma insieme alle milizie nere parteciparono alla feroce guerra contro i parigiani, al massacro di civili e alla distruzione dei paesi. I numerosi cippi sparsi nei nostri territori modenesi ce lo ricordano. Chi non accettò di arruolarsi nell’esercito fantoccio di Salò fu deportato in Germania o fucilato come disertore.
La guerra partigiana divise profondamente il popolo italiano e ancora oggi quella ferita non è stata rimarginata quando si tenta di riscrivere quelle pagine e si infanga la memoria dei combattenti per la libertà, rinfocolando odii e vendette. Dal 1943 i nostri nuovi alleati per snidare i tedeschi, continuarono a bombardare le nostre città e inostri paesi in un modo sempre più sistematico e crudele, si chiamavano con un tragico eufemismo ‘bombardamenti a tappetto’. Uccidevano inermi cittadini e distruggevano fabbriche, strade, ferrovie, cattedrali e monumenti storici. E le case. “E ancora tuona il cannone” cantava Guccini nel 1979. Quando vedo i servizi che arrivano dall’Ucraina e dalla Russia, rivedo il mio paese, Formigine raso al suolo dall’aviazione inglese. Case sventrate con i muri pericolanti che mostravano l’intimità degli appartamenti con quadri penzolanti, suppellettili distrutte, camere da letto ancora tiepide. E il castello e le chiese sventrate con crocefissi organi e arredamenti distrutti. E le voragini delle bombe.
Oggi ragazzi ucraini e russi che parlano la stessa lingua, nutriti all’odio per altri giovani della loro età, si cercano con nuovi strumenti di morte, fucili ad alta precisione, carri armati, missili, droni con armi all’uranio e bombe a grappolo.
L’ 8 settembre parlava di armistizio, possa portare saggezza ai belligeranti. Armistizio significa che le armi si fermano. Un concordato per fare cessare la guerra, in cui le due parti sono disponibile a cedere qualcosa per evitare tragedie e distruzioni peggiori per le due patrie e per l’Europa.