Inquinamento atmosferico e Covid-19
da Ambiente e non solo
Il possibile legame tra Covid-19 e inquinamento atmosferico è divenuto fin dall’inizio dell’emergenza pandemica argomento centrale nel dibattito mediatico internazionale, suscitando, da più parti, teorie ed ipotesi che si è ritenuto giusto e doveroso approfondire anche nel nostro Paese per poter dare una risposta tecnico-scientifica e di sanità pubblica.
Per questo, l’Istituto superiore di sanità (Iss) e l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) con il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa) hanno avviato un programma nazionale congiunto di studi epidemiologici, il progetto EpiCovAir, con la collaborazione della rete italiana ambiente e salute (Rias).
EpiCovAir è uno studio epidemiologico nazionale per valutare gli effetti dell’esposizione residenziale di lungo periodo ai principali inquinanti atmosferici (PM10, PM2.5, NO2, ed O3) sulla suscettibilità all’infezione da SARS-CoV-2 (distribuzione spazio/temporale dei casi), la gravità dei sintomi e prognosi della malattia Covid-19, la distribuzione e frequenza degli esiti di mortalità.
Lo studio ha riguardato tutta la popolazione italiana e in particolare i 4 milioni di casi di infezione da Sars-Cov-2 registrati dal Sistema nazionale di sorveglianza integrata Covid-19 durante le prime tre ondate pandemiche.
Lo studio, condotto su base comunale, è esteso a tutto il territorio nazionale. Le basi informative utilizzate sono il database Iss di sorveglianza integrata nazionale Covid-19 e un modello di esposizione della popolazione a inquinamento atmosferico su maglia 1×1 km, costruito a partire dai dati satellitari e la rete delle centraline di monitoraggio della rete di Snpa.
Il lavoro ha fornito sia un metodo di sintetizzazione delle informazioni, sia un set di dati da utilizzare negli studi epidemiologici sulle associazioni tra esposizione cronica all’inquinamento atmosferico ed esiti di salute (non solo COVID) nel territorio italiano.
I risultati ottenuti mostrano in modo coerente l’associazione dell’esposizione di lungo periodo a inquinanti atmosferici (particolato e biossido di azoto) con l’incidenza delle infezioni da Sars-Cov-2, e la prognosi della malattia Covid-19.
In altre parole è risultato che le persone esposte a maggiori livelli di inquinamento atmosferico sono state maggiormente colpite dal Covid-19. Questi risultati appaiono di grande rilevanza, indicando la necessità di agire tempestivamente per ridurre le emissioni di inquinanti atmosferici al fine di tutelare la salute pubblica, attraverso politiche di risanamento ambientale.