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ESSERE IDIOTA. ECCO LA PROVA

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ESSERE IDIOTA. ECCO LA PROVA

a cura di Paolo Ferraresi, Presidente dei Comitati consultivi misti dell’AUSL di Bologna

Sono una capsula di allumino con dentro 4 grammi di caffè.

4 grammi di caffè a 0,40 euro, fanno 100 Euro al kg.

Per una tonnellata di alluminio vengono prodotte quattro tonnellate di residui sotto forma di arsenico, titanio, cromo, piombo, vanadio, mercurio.

Sostanze che vanno ad inquinare l’ambiente.

Grazie ad una produzione di una tonnellata di caffè a settimana sono la regina del mercato!

Il caffè che uso è quello che costa di meno.

Quando le polveri tradizionali vengono torrefatte a 200/220° in 20 minuti per me la torrefazione è a 1000°C per 90 secondi.

Anche questo per risparmiare.

Però il mio caffè è schiumoso e buono.

Semplicemente perché non contengo solo caffè ma anche un po’ di grassi animali, e additivi top secret.

In più le macchine che vengono utilizzate hanno enormi costi economici ed ambientali per la loro produzione e per il loro smaltimento.

E non dimenticare l’energia elettrica che usano.

Ma attento, ti dono non solo caffeina ma anche furano che ingoi con piacere.

Il furano è una sostanza organica (prodotto intermedio utilizzato nell’industria chimica come solvente per le Resine durante la produzione di lacche e come agglomerante nella fonderia).

È volatile, lipofilo e CANCEROGENO per il fegato.

Contento tu…

(testo tratto da “Mouvement pour la Terre”, tradotto e rielaborato)

Smettetela di usare capsule in alluminio e ritornate alla caffettiera tradizionale, non inquina e fa bene alla vostra salute. Inoltre il residuo delle caffe lo potete spargere nei campi coltivati come concime.

Fin qui arriva il documento postato su facebook che è diventato virale.

Aggiungerei solo una considerazione. Sono d’accordissimo per l’uso della moka al posto sia delle capsule di alluminio che delle cialde di plastica, purché la moka sia rigorosamente di acciaio. Se è di alluminio siamo da capo.

È pericolosetto anche l’alluminio della caffettiera.

P.F.

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L’Alluminio, onnipresente nella nostra vita quotidiana, è uno dei metalli con riconosciuta potenziale pericolosità per la nostra salute, anche considerando la presenza diffusa in molti alimenti e in molti altri prodotti di consumo. L’alluminio interferisce con diversi processi biologici (stress ossidativo cellulare, metabolismo del calcio, etc.), pertanto può indurre effetti tossici in diversi organi e sistemi: il tessuto nervoso è il bersaglio più vulnerabile. L’alluminio ha una biodisponibilità orale molto bassa nei soggetti sani anche se, per contro, la dose assorbita ha una certa capacità di bioaccumulo. L’escrezione avviene essenzialmente tramite il rene; il bioaccumulo, e quindi la tossicità, dell’alluminio è nettamente maggiore nei soggetti con funzionalità renale immatura o diminuita (bambini piccoli, anziani, nefropatici). Gli effetti sul sistema nervoso centrale e sul tessuto osseo sono principalmente osservati in soggetti a rischio esposti all’accumulo di grandi quantità di alluminio (pazienti con insufficienza renale, in dialisi, sottoposti a nutrizione parenterale, professionalmente esposte, ecc.). Diversi studi in passato suggerivano che l’alluminio, per la sua neurotossicità, potesse contribuire all’insorgenza della malattia di Alzheimer e di altre malattie neurodegenerative. Le più recenti pubblicazioni non hanno prodotto dati a sostegno del diretto coinvolgimento dell’alluminio nella genesi dell’Alzheimer. Per contro l’alluminio può aumentare la morte neuronale e lo stress ossidativo a livello cerebrale; per cui non va escluso un ruolo nell’aggravare o accelerare i sintomi e l’insorgenza di patologie neurodegenerative umane. Sulla base degli effetti neurotossici EFSA ha definito una dose settimanale tollerabile (TWI) pari a 1 mg/kg p.c./settimana, corrispondente a 20 e 70 mg di allumino/settimana, rispettivamente, per un bambino di 20 kg e per un adulto di 70 kg.

PARERE N. 19 DEL 3 MAGGIO 2017 del MINISTERO DELLA SALUTE

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