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Negazionismo climatico

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Negazionismo climatico

di Vincenzo Balzani, professore emerito nell’Università di Bologna

Il cambiamento climatico è uno degli argomenti più discussi nei congressi scientifici e nei dibattiti pubblici. I punti controversi sono tre: 1) negli ultimi decenni c’è stato un cambiamento climatico? 2) Se sì, è un fenomeno generato dall’attività umana? 3) Se sì, è controllabile? 

La scienza ha dato risposte chiare a questi interrogativi: è in atto un progressivo cambiamento climatico causato dalle emissioni di gas serra generati dall’uso dei combustibili fossili e, quindi, per contrastarlo è necessario abbandonarli e utilizzare l’energia delle fonti rinnovabili: Sole, vento e acqua. Questa transizione energetica è tecnicamente possibile e già avviata, ma procede lentamente perché è ostacolata da forti interessi economici e politici.

Col progredire delle conoscenze scientifiche, che dimostrano la necessità della transizione energetica, si è sviluppata una forte campagna “negazionista” volta a difendere gli interessi e le posizioni ideologiche che si sentono minacciate. Accade così che un fenomeno scientifico come il cambiamento climatico è diventato un tema di propaganda politica dove vengono messi in discussione i risultati della scienza e introdotti nella discussione argomenti non pertinenti e informazioni non veritiere.

I negazionisti sostengono che il dibattito sul cambiamento climatico è ancora in corso; in realtà, il 98% degli scienziati lo considera concluso. Il graduale aumento della temperatura del globo è attribuito dalla scienza all’effetto serra causato dalla CO2 prodotta in seguito al crescente uso dei combustibili fossili, mentre per i negazionisti è un fenomeno naturale connesso all’energia che ci viene dal Sole. Questa interpretazione è facilmente confutabile dal momento che dal 1960 la temperatura del globo continua ad aumentare nonostante l’irradianza del Sole continui a diminuire. I negazionisti affermano che i combustibili fossili portano ricchezza e benessere, dimenticando di dire che il cambiamento climatico e l’inquinamento causano danni alla salute e provocano solo in Italia circa 60.000 morti premature ogni anno. Insistono, inoltre, sul fatto che la transizione energetica è costosa, mentre gli esperti delle istituzioni economiche concordano nel valutare che i benefici della transizione saranno molto maggiori dei costi necessari per portarla a termine. E’ negazionismo anche il greenwashing, cioè l’enfasi dato dalle industrie petrolifere alla loro trascurabile attività nel campo delle energie rinnovabili al fine di nascondere il loro sempre maggiore impegno nell’estrarre i combustibili fossili.

Secondo i negazionisti per risolvere il problema dell’ipotetico cambiamento climatico sono sufficienti la crescita economica, lo sviluppo tecnologico e la sostituzione parziale dei combustibili fossili con l’energia nucleare, della quale sembrano ignorare gli enormi difetti.

In conclusione, mescolando vero e falso, usando dati manipolati e argomenti ideologici difficile da districare, i negazionisti propongono una narrazione falsamente ottimista del cambiamento climatico, in contrasto con quella preoccupata e consapevole degli scienziati. Il confronto tra tesi opposte, tipico delle discussioni che avvengono nei talk show, su temi come il cambiamento climatico ha l’effetto di fare da megafono alla disinformazione.

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