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Italia: medici più anziani d’Europa, 55% ha più di 55 anni

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In Italia i medici più anziani d’Europa, il 55% ha più di 55 anni

PROFESSIONE REDAZIONE DOTTNET | 31/01/2024 14:12

Appare grave la mancanza di medici di medicina generale, che negli ultimi 10 anni sono calati di circa il 20% (-5.187 unità): in Italia sono 68,1 ogni 100 mila abitanti

I medici italiani sono i più anziani d’Europa: nel 2021, il 55,2% aveva più di 55 anni, a fronte del 44,5% in Francia, del 44,1% in Germania, del 32,7% in Spagna. È uno dei dati che emerge da una Nota realizzata dall’Istituto nazionale di statistica in relazione ai diversi disegni di legge sull’accesso ai corsi di laurea in Medicina.   L’analisi conferma la sofferenza italiana in termini di disponibilità di dottori: l’Italia si colloca al quattordicesimo posto tra i Paesi Ue per numero di medici ogni 100mila abitanti (410,4). Si tratta comunque di una dotazione più elevata rispetto a quella della Francia (318,3) e del Belgio, anche se inferiore a quella registrata in Austria (540,9), Germania (453), Spagna (448,7).   La carenza di medici è meno marcata per gli specialisti, ambito in cui l’Italia, con 328,3 medici ogni 100 mila abitanti, si situa davanti a Austria (300,7), Spagna (277,6) e Francia (180,0). Più grave, invece, la mancanza di medici di medicina generale, che negli ultimi 10 anni sono calati di circa il 20% (-5.187 unità): in Italia sono 68,1 ogni 100 mila abitanti, rispetto ai 72,8 della Germania, ai 74,8 dell’Austria, ai 94,4 della Spagna e al 96,6 della Francia.   Migliorano invece i dati sui laureti in Medicina, che sono quasi raddoppiati rispetto al 2010 anche se si registra una consistente flessione negli ultimi due anni. Sono invece circa 49,2 mila gli studenti dei corsi di specializzazione, con un incremento del 73,7% rispetto al 2017/2018.

Sempre meno medici di famiglia. “In Italia – rileva l’Istat – il numero dei Medici di medicina generale (MMG), pari a 40.250 nel 2021, si è ridotto negli ultimi dieci anni di 5.187 unità. L’offerta è passata da 76 MMG per 100mila abitanti nel 2012 ai 68 nel 2021. Negli stessi anni sono quindi aumentati il carico di assistenza, passato da 1.156 assistiti per MMG a 1.260, e la quota di MMG con più di 1.500 assistiti (limite superiore fissato dalla normativa nazionale vigente), che dal 27,3% del 2012 sale al 42,1% del 2021. La progressiva carenza di MMG accomuna tutte le aree del paese ma è il Nord la ripartizione geografica più svantaggiata, con una costante diminuzione della dotazione di MMG, passata da 71 ogni 100mila abitanti del 2012 al 62 MMG del 2021; nel 2021 Centro e Mezzogiorno mostrano valori simili, pari rispettivamente a 74 e 73.1”.

Per quanto riguarda i medici specialisti in attività nel sistema sanitario pubblico e privato, “l’età media nel 2022 è pari a 53,7 anni, con una quota pari al 49,2% di medici specialisti con 55 anni e più. Tra le specializzazioni più diffuse, la percentuale di specialisti over 54 supera il 50% tra i cardiologi, i ginecologi, gli internisti, gli psichiatri e soprattutto i chirurghi (58,6%); diverse altre specializzazioni fanno registrare comunque un ritmo di “invecchiamento” molto sostenuto: tra il 2012 e il 2022 la quota di over 54 anni tra i medici d’urgenza è passata dal 26% al 41,8%; tra gli oncologi dal 23,7% al 32,8%; tra i geriatri dal 32,8% al 45,2%. Come noto, il Servizio Sanitario Nazionale dovrà fronteggiare nei prossimi anni una crescente domanda di assistenza dovuta al progressivo invecchiamento della popolazione e all’aumento delle malattie croniche e della multimorbilità”.

Non cresce il numero dei medici di dipendenti del Ssn. Negli anni precedenti la pandemia, “la dotazione di medici specialisti dipendenti del SSN è leggermente diminuita in valore assoluto, passando da circa 105 mila unità nel 2012 a circa 102 mila nel 2019. L’ultimo dato disponibile, relativo al 2021, è simile a quello osservato nel 2019 con 102.376 medici dipendenti. Nonostante i recenti interventi normativi straordinari volti a rafforzare il personale medico sanitario, il tasso rispetto alla popolazione, pari a 173,3 per 100mila abitanti nel 2021, è ancora inferiore a quello registrato dieci anni prima (175,7 nel 2012) e di poco superiore a quello del 2019 (169,7). Rispetto al totale dei medici specialisti in attività nel sistema sanitario pubblico e privato, i medici specialisti dipendenti del SSN rappresentano una quota decrescente nel tempo: erano il 62,6% nel 2012, il 56,2% nel 2019 e il 54,8% nel 2021”.

Uno su tre abbandona volontariamente il Ssn. Le cessazioni dal servizio dei medici del SSN “risultano in aumento nel tempo: erano 6.731 nel 2012, 9.232 nel 2019, 10.596 nel 2021. Tra i motivi della cessazione, nel 2021, il 20,9% è dovuto a collocamento a riposo per limiti di età e il 31,5% a dimissioni con diritto alla pensione, il 17,1% al passaggio ad altre amministrazioni pubbliche, vincita di concorsi o risoluzione del rapporto di lavoro, mentre il restante 30,5% ad altre cause, tra cui le dimissioni volontarie (che possono evidenziare la scelta di esercitare la propria professione nel settore privato o all’estero)”.

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