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Scienza e fede: “come” e “perché”

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di Vincenzo Balzani, Avvenire, Bologna sette, 10 marzo 2024

Scienza e fede: “come” e “perché”

Cos’è l’Universo, che nel linguaggio comune chiamiamo il mondo e, nel linguaggio biblico il creato? Il primo libro della Bibbia, Genesi, inizia con “In principio Dio creò” e riporta poi due racconti della creazione. Il primo è basato su uno schema di sette giorni: Dio crea la luce, il firmamento, separa la terra dalle acque e crea le piante, poi crea il Sole e la Luna, i pesci e gli uccelli, gli animali terrestri e, infine, l’uomo, a sua immagine e somiglianza; il settimo giorno si riposò. Nell’altro racconto l’uomo è creato per primo e tutto il resto viene creato in sua funzione.

Genesi non è un libro scientifico. Non è, cioè, un resoconto dell’attività di Dio che ci viene dato per risparmiarci la fatica e toglierci la bellezza di scoprire mediante la scienza la storia dell’Universo. Quello di Genesi è un racconto simbolico che vuole farci conoscere una verità di fede: tutto è stato creato da Dio, per amore dell’uomo, sua creatura privilegiata.

Gli scienziati sono persone curiose. Stupiti davanti alla complessità e alla bellezza del mondo che li circonda, si fanno domande su come il mondo funzioni osservando la natura e anche mediante esperimenti.  Più intelligente è la domanda, più importante è la risposta che si ottiene. Secondo l’opinione di molti scienziati, le grandi scoperte della scienza saranno risposte a domande che non siamo ancora in grado di formulare.

Il continuo progredire della scienza mostra che la realtà è molto più grande di noi. Gli scienziati aprono ad un ad una le porte dell’Universo, sia sul versante dell’infinitamente piccolo (molecole, atomi, particelle elementari) che su quello dell’infinitamente grande (pianeti, stelle, nebulose). Sanno bene, però, che aprendo una porta ci si viene a trovare in una stanza dove ci sono almeno altre due porte da aprire ed esplorare. Ogni scoperta, infatti, genera più domande di quelle a cui dà risposta. Lo ha detto, poeticamente, John Priestley, uno dei primi scienziati che ha studiato la fotosintesi: “Più grande è il cerchio di luce, più grande è il margine dell’oscurità entro cui il cerchio è confinato”.

Per quanto possa sembrare strano, i racconti di Genesi e le teorie scientifiche sull’Universo si possono tenere assieme. E’ sbagliato pensare che la creazione in senso materiale sia avvenuta letteralmente nei tempi e nei modi del racconto di Genesi, ma è sbagliato anche pensare che la storia dell’Universo, così come ce la presenta la scienza, sia di per sé sufficiente e che quindi non ci sia bisogno di Genesi. La scienza e la sacra Scrittura sono chiaramente su due piani diversi. Quello della scienza è un tentativo di dare una risposta alle domande come si è formato l’Universo e in esso come si è formato l’uomo. Genesi risponde, secondo la fede, alle domande di senso, più profonde, che sono fuori dalla portata della scienza: perché c’è l’Universo? che senso ha la mia vita? perché c’è il male? C’è quindi molto spazio per quello che non conosciamo, dai come a cui la scienza non riesce a rispondere ai perché della fede, fino alle domande finali sull’esistenza di Dio.

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