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Non si abbattono le liste di attesa non curando più i cittadini

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Non si abbattono le liste di attesa non curando più i cittadini

SMI, REDAZIONE DOTTNET

Mentre si esercita una forte pressione sui medici, si concede ai farmacisti di prescrivere analisi a carico del Servizio Sanitario Nazionale in assenza di una qualsiasi indicazione clinica da parte di un medico

Si prevede una stretta sulle prescrizioni effettuate dai medici di medicina generale per sottoporli all’appropriatezza come avviene  per la farmaceutica, ma, mentre, si esercita una forte pressione sui medici, si concede ai farmacisti di prescrivere  analisi a carico del Servizio Sanitario Nazionale in assenza di una qualsiasi indicazione clinica da parte di un medico, così il Segretario Generale dello SMI commenta la notizia resa pubblica dal Ministro della Salute sulla predisposizione di un decreto che riguarderebbe l’appropriatezza prescrittiva e il taglio delle liste d’attesa. “Quello che viene previsto, per  quanto riguarda l’esecuzione di alcuni esami nella farmacia dei servizi, lo riteniamo gravissimo, perché permette ai farmacisti di prescrivere Ecg e Holter anche senza  competenze mediche specifiche. Davanti alla crisi del SSN,   ci aspettavamo, invece, il  rafforzamento della medicina di prossimità. Solo in questo modo, siamo del parere, si potrebbero abbattere le liste di attesa e sollevare le sorti del nostro sistema sanitario. L’appropriatezza prescrittiva non può essere solo un calcolo matematico, una media aritmetica che tiene conto solo del fattore della spesa, così come fino ad oggi è stata intesa, infatti, fino adesso non si è tenuto conto né del dato clinico, né della necessità di effettuare gli esami. Vorremmo capire quale sia il soggetto che può  giudicare se l’operato di un medico di medicina generale sia coerente  all’appropriatezza prescrittiva? Affidiamo questo compito alle commissioni di burocrati delle ASL? Perché poi i medici di famiglia dovrebbero essere controllati sull’appropriatezza prescrittiva  se hanno già completato un lungo percorso formativo che prevede una laurea, una specializzazione, un  esame di Stato, un’ abilitazione alla professione e tanta esperienza sul campo? Siamo di fronte non tanto all’appropriatezza prescrittiva, come viene sbandierato, bensì all’ ulteriore tentativo di mettere tanti lacci e laccioli alla libera determinazione del medico  di poter prescrivere gli esami in scienza e coscienza; si  sta puntando  alla riduzione tout court delle prestazioni mediche. Questo è il modo peggiore agire: si vuole trovare  la soluzione delle liste di attesa tagliando i servizi e facendo pressioni improprie sui medici. Forse si vogliono abbattere le liste di attesa non curando più i cittadini?

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