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Amianto: la parola “magica” è prevenzione

  • di

di Vito Totire, medico del lavoro, Bologna

La splendida e incantevole val di Zena ancora una volta “profanata” da un abbandono abusivo di cemento-amianto ? Nessuno può fare “diagnosi” di materiale amiantifero a occhio nudo; in teoria la certezza della natura del manufatto si potrebbe fare solo col microscopio; tuttavia a occhio nudo la vaschetta avvistata ieri vicino ai cassonetti dei rifiuti lascia pochi dubbi; come si vede persino dalle foto è danneggiata, usurata e con evidenza di fibre affioranti; perché l’evento è grave pur non essendo “catastrofico” ? :

  1. Siamo a 32 anni dal varo della legge 257/1992 NORME PER LA CESSAZIONE DELL’USO DELL’AMIANTO ; dopo decenni di ostruzionismo da parte delle multinazionali il parlamento italiano ha messo l’amianto fuori legge…ma i tempi della bonifica del territorio si stanno rivelando biblici
  2. L’abbandono abusivo testimonia un fatto evidente: la raccolta del cemento-amianto domestico che dovrebbe essere garantito dal pubblico, evidentemente, non funziona; perché il cittadino ha diritto ad un servizio di questo genere ? per un motivo semplice : a suo tempo ha comprato il manufatto per poche lire oggi smaltirlo gli costa diverse centinaia di euro; in sostanza al cittadino è stata venduta una merce a rischio cancerogeno e oggi per smaltirla correttamente (senza il supporto pubblico) dovrebbe impegnare per intero la sua pensione mensile (se è alla minima)
  3. In val di Zena ci sono altri “bubboni” : per esempio il doppio capannone collocato esattamente in località ZENA: da tempo immemorabile la amministrazione comunale è a conoscenza di una situazione che “merita” un intervento di bonifica: passano i sindaci, passa di mano in mano la proprietà ma il capannone con la sua copertura in cemento amianto con gravi segni di usura e di degrado è ancora là ed ha ormai offuscato in negativo la fama della vicina struttura architettonica matildea…
  4. “Piccoli” segnali di inerzia e pigrizia di certe amministrazioni comunali : a breve parleremo di Loiano; la questione è semplice e la esponiamo con chiarezza da decenni: i sindaci “dovrebbero” emanare ordinanze comunali per il censimento con obbligo di autonotifica di tutto l’amianto presente nel territorio; intanto censirlo è un antidoto preventivo contro lo smaltimento abusivo; alla autonotifica deve essere associato un programma di monitoraggio fino al momento, finalmente, della bonifica definitiva;
  5. Cosa è davvero stupefacente ? E’ che il lavoro è “già fatto”, basterebbe , la adozione della delibera emanata oramai diversi lustri dal sindaco di s. Lazzaro di Savena Macciantelli e validamente supportata dall’assessore all’ambiente dell’epoca  ! Perché in Italia le buone prassi fanno fatica ad estendersi persino ai territori limitrofi ?

Auspichiamo (abbiamo segnalato al sindaco di Pianoro) che il sito sia bonificato entro 24 ore dall’avvistamento ma soprattutto auspichiamo che non si debba continuare a “ raccogliere l’amianto col cucchiaino…il giorno dopo”;

la parola “magica” è ; prevenzione.

Vito Totire, medico del lavoro, AEA-associazione esposti amianto e rischi per la salute via Polese 30 40122 Bologna

Val di Zena , 4.7.2024

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