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“La violenza della crudeltà di Hamas sconfitta dalla crudeltà delle armi di Israele”

  • di
di Giancarla Codrignani, politologa, giornalista, già docente e parlamentare
+Europa insieme a Libera e altre associazioni hanno promosso il referendum per la cittadinanza dopo 5 anni di studio o lavoro in Italia. Personalmente ho diffuso l’invito a firmare e sono lieta che si sia arrivati rapidamente alle 500mila. Ma oggi dico anche la mia opinione di persona che non lo ama (l’esempio della Svizzera è scoraggiante). Il referendum non è più lo stesso da quando valgono le firme online: troppo comodo. E succede che chiunque proponga qualsiasi legge – un giornale faceva il caso di Vannacci – lo vede condiviso. ****** In primo piano la cattiva coscienza dell’informazione. Oggi 21 settembre è la Giornata Internazionale della Pace, istituita nel 1981 e dal 2001 celebrata ogni 21 settembre per chiedere alla comunità mondiale di sospendere le ostilità e invita le società tutte a promuovere iniziative sulla pace globale. La presidente Meloni è all’Onu come tutti “per la pace” delle “nazioni unite”. E il Segretario generale dice che non c’è pacificazione possibile ora. ****** Meloni a New York. Pur di garantirsi l’ombrello degli Usa, si associa a Musk, si para in caso di vittoria di Trump, si oppone alla transizione verde e si arrenda ai giganti Usa: un’agenda americana e antieuropea che evoca la strategia di Orban. ****** Per chiarire Draghi: “il nuovo Draghi non è più mercatista . L’Ue non può vivere solo di turiamo” ****** Le aspettative dei social: sembra che le chat siano impazzite per la gara di insulti tra Fedez e un altro cliente di tatuatori.  ****** AfD, la destra social si organizza su TikTok: così i “neri” conquistano i giovani tedeschi (trovato su rete) ****** Giorgia Meloni contro “lobbisti e affaristi”. Utopia lab è una società di lobbing di Giampiero Zurlo (asssist di Dell’Utri, in due anni è decollata al top degli affari per affidamenti diretti e gare vinte con partecipate ed enti pubblici (Iannaccone su Domani). ****** Il decreto sicurezza: democradura, ma alla gente piacerà e la sinistra non vedrà crescere i consensi. Conseguenze della politica delle lobby contente di limitarsi a fare il “campo largo”. ****** La sinistra: si preoccupa se l’Europa di Spinelli va a remengo? Non ci dice che cosa stanno decidendo di fare i “nostri” eletti al Parlamento europeo? ****** Un po’ di chiarezza sulla politica estera. Su Libero si rendiconta un dibattito tv sull’Afganistan dove Massimo Fini (un democratico che ha rifiutato Berlusconi e scrive sul Fatto Quotidiano) ha sostenuto che bisogna non disperare dei talebani: da vent’anni hanno il consenso del paese…. ****** Privatizzazione delle Poste e chiusura delle cassette postali. L’on-line ha annullato lettere, partecipazioni, cartoline (espressioni vagamente affettuose non sostituite dalle chat). Ai pacchi pensa Amazon. Diventa una finanziairia? Attenzione alle Ferrovie…. ****** Le alluvioni (in Brasile la siccità e gli incendi sono altrettanto devastanti): sono da affrontare con tempestività e angoscia, la previsione è ormai impossibile. La responsabilità non è solo dei governi, che però non debbono st rumentalizzare ma nemmeno remare contro: il giorno prima del diluvio in Romagna, Giorgia Meloni ha pubblicamente contestato il Green Deal dell’Europa. ****** Fonti energetiche, anche ecologiche: si rcorre a Mattarela per cancellare in Lazio il progetto di un “parco eolico”: “devastazione del paesaggio”. Ma ci abitueremo, i pali della luce non sono “belli”. ****** Alluvioni in Emilia Romagna per la terza volta in due anni: la gente distrutta. Non andrà a votare. Le colpe del dissesto e della cementificazone risalgono alla prima Repubblica, ma la crisi climatica è un’altra cosa. La prima volta il governo ha dato la ricostruzione a un generale, non al presidente della Regione. Adesso – a parte le strumentalizzazioni elettorali – al governo è venuto in mente di dire agli emilianoromagnoli di farsi un’assicurazioe, proposta così demenziale che l’ha ritirata. ****** Il carcere italiano è razzista: agli stranieri negati i domiciliari. Fatevi un pensiero su chi trae consenso da questa violazione della teoria minima della giustizia. ****** Il decreto “sicurezza” ha reso reato penale il blocco stradale di protesta: altro pensiero interiore: questa volta riguarda il cittadino che protesta. ****** La violenza della crudeltà di Hamas sconfitta dalla crudeltà delle armi di Israele. Non possiamo perdere la democrazia, se il demos non si distrugge tra nazionalismi, odio e vendette. Se la periodica distruzione del Libano questa volta sale di livello, ci terremo l’ira postuma di Ibrahim Aqil (che preparava un altro 6 ottobre) dentro la prossima generazione. E la qualità delle armi non potrà evitare il peggio. ****** Un ragionamento politico che è diventato teorico dice che per le regole democratiche (le sole che abbiamo) , Israele “deve” rispettare il diritto internazionale ed è sotto giudizio alla Corte dell’Aja. Mentre Hamas e Hezbollah riconoscono solo il diritto di distruggere Israele. Giusto, ma politicamente vale il ragionamento precedente. ****** Israele è pronta a invadere il Libano, ma l’America preme e si rinvia. I titoli di oggi 26 sono allarmanti: non si deve permettere un rinvio, deve dare prova di volontà di descalation. Se domani ricomincia a entrare con gli stivali in terra libanese non potremo dire che non lo sapevamo: e terreno riservato, ma si deve dire alla gente che le diplomazie lavorano. Infatti: l’oltraggio di Netaniahu all’Onu. ****** Comunque, il 7 ottobre sarà passato un anno della guerra in Medioriente e Israele si è venuta assumendo responsabilità gravissime a norma della vendetta. Il “dio di Israele” come Hezbollah (che significa “partito di dio”. ****** Guerra: nel decreto”infrastrutture” (un in cui si infila di tutto) il governo Melloni – complici gli Enti Locali – ha raddoppiato la spesa (500 milioni) e l’area della “nuova base militare” nel Parco di San Rossore (Pisa), firmata dal ministro Guerini (governo Draghi). Si tratta di 140 ettari da disboscare e cementificare per strutture per addestramento, piste di atterraggio, magazzini per lo stoccaggio di armi ed esplosivi, palestre, villette a schiera, palestre, piscine, un asilo e…una chiesa. ****** vignetta tragica Vittorio Feltri su Il Gionale: “I ciclisti mi piacciono se investiti Vignetta penosa Il sindaco di un paese spagnolo (del Partito Popolare) vicino ad Avila durante la festa paesana è salito sul palco per raccontare come una litania a cui il popolo rispondeva “amen”, la canzone irripetibile  della violenza sessuale a una ragazzina “incontrata sola nel bosco….. che ho portato nel mio letto ecc.”. Brutto? Peggio il vescovo di Valladolid che ha detto “va visto il contesto, una festa popolare, dopo che si era bevuto”… Vignetta vignetta Elon Musk su X: “non c’è assolutamente nessuna relazione romantica con la premier Meloni. Ero là con mia mamma” Vignetta americana Putin minaccia il nucleare. Trump: “Con Putin mi trovo molto bene, sono un suo grande amico e questa è una cosa buona” (comizio in North Carolina). ****** Approfondimento Non è fascismo le elezioni del 1924 Non è fascismo ma ricorda le reazioni degli anni Venti del secolo scorso. Le opportunità della destra non-democratica, quando non sapeva ancora di diventare fascista, approfittò della situazione caotica, della crisi economica del dopoguerra, della debolezza delle forze politiche che finiranno per scegliere l’Aventino. Poi, era tutto diverso: intanto c’era la monarchia (e si è visto che monarca avevamo). Ma impressiona l’analogia – che è insieme grande differenza – con l’animo della gente, diversissima anche lei. Noi oggi benestanti, in procinto di impoverire per pagare le guerre; loro immiseriti dalla guerra Grande, vinta, ma fallimentare; noi con una sinistra presa da ‘campo largo’ inesistente, priva di proposte; la decadenza della socialità e i crimini attribuiti agli immigrati e loro le paure e le violenze dei fascisti ancora extraparlamentari; noi con un governo che deve quadrare i conti con 2mila miliardi di debito e loro con Giolitti che doveva vedersela con le casse vuote per i debiti di guerra e la minaccia degli scioperi nelle grandi fabbriche del nord; un Parlamento italiano in caduta libera governato dai decreti e, comunque, dalla maggioranza a freno dell’opposizione, il Parlamento di un secolo fa con la sinistra ben posizionata, ma .suicidata dalla scissione del’21. La gente di allora insicura e paurosa per le violenze anticomuniste (faranno mica come in Russia?), i lutti della guerra, i reduci disoccupati, i mutilati senza sostegno, mentre i progressisti rispondevano alle minaccia della destra non più solo liberale, divisi e pronti ai cortei antigovernativi, Mussolini bruciava le Camere del Lavoro e le squadracce svillaneggiavano Giolitti, ancora ignare che il re le avrebbe portate al governo.  La differenza più evidente è che un secolo fa il disorientamento lasciato da una guerra i cui vincitori subivano le stesse conseguenze dei vinti sciaguratamente umiliati al tavolo della pace. L’Italia ormai sotto regime, grazie alle scelte di vittori Emanuele III, aveva inventato il fascismo e avrebbe contagiato i tedeschi che si erano costruiti Weimar e una grande Costituzione, ma avrebbero perfezionato il vizio dittatoriale. Fu il nazismo e fu la minaccia al mondo che dovette reagire con la seconda guerra necessariamente “mondiale”. Adesso parliamo con indifferenza di una terza già in anticipo chiamata “mondiale” con le armi nucleari non più terrorizzanti perché ormai miniaturizzate. La globalizzazione obbliga a uscire dai singoli nazionalismi che stanno facendo il loro mestiere e, anche con l’uso dell’informatica, dominano le chat e le fake news che catechizzano i giovani la cui rivolta sposa il richiamo all’ordine di una destra ancora una volta non liberale fondata sulla forza (disgraziatamente non delle idee). Le nazioni europee hanno tutte al loro interno forze di destra insidiose che organizzano manifestazioni di nuova violenza esplicita, d qualche tempo agita. Il resto del globo ne risente, dato che le vie della comunicazione sono immediate. D’altra parte il mondo del ”sud” – che è solo più povero di noi – è sempre stato vittima di guerre interne a cui non siamo mai stati estranei. Chi avrebbe immaginato un Cile oggi democratico e governato dal socialista Gabriel Boric sarebbe riuscito a mantenere la legge fondamentale di Pinochet? O che sopravviva in Argentina un governo Milei?  Basterebbe che gli eredi delle “guerra fredda” – mai riscaldata fino a diventare esplosiva – percepissero il pericolo per la democrazia che viene dal ritorno della guerra. Ormai da lunga durata parlano le armi su fronti che da decenni chiedevano di essere pacificati con strategie di prevenzione e negoziati. Le guerre fanno sempre del male anche a chi vince. L’uccisione selezionata del nemico fatta da Mossad con i cercapersone esplosivi trasformano la “natura” della guerra tradizionale: quanto ci metteranno gli Hamas o gli yemeniti a replicare la tattica?  Tuttavia “la gente” non più “popolo” cambiando comportamento: se bambini e adolescenti possono diventare ipercinetici o depressi, gli adulti sono pieni di rabbia di cui non conoscono controllo fino ad aggredire chi li risana. Hanno subito l’abbandono da parte di politici che gran tempo non gli parla, ma stanno dimenticando di essere ciittadini: l’informazione cede ai social, non c’è mai stata tanta scolarizzazione ma è cresciuto un nuovo analfabetismo, il femminismo ha abbandonato la ricerca di un politica alternativa per tutti, sembra non si sappia più cos’è un Parlamento e non va più a votare, forse inevitabilmente (come per il cedimento sociale delle elezioni del 1924: 63 % dei votanti, plebiscito per il “listone”, conferma di Mussolini. Furono le ultime elezioni multipartitiche. I cittadini scelsero, scelgono, deliberatamente, chi soddisfa il loro bisogno di ordine, di sicurezza, di forza. La destra attuale non è fascismo, ma il partito di Meloni non rinnega l’esperienza di un secolo fa che nessuno fa conoscere: quelle elezioni dovrebbero essere divulgate dall’opposizione ancora divisa. Ma la coalizione non lavora per un Europa federale (la Meloni dice gi “stati Uniti di Europa intendendo l’Europa delle patrie), è la negazione della destra liberale, non ancora (ma è alleata con Orban) dello Stato di diritto, in un contesto di internazionalizzazione antidemocratico. Conviene seminare allarmismo? Qualcuno deve immaginare che cosa sia la prevenzione. Tanto vale dirselo prima di sentirsi in colpa. O di adeguarsi.
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