MA DOBBIAMO SVUOTARE INTERAMENTE IL VASO DI PANDORA del PETROLCHIMICO DI RAVENNA
La sentenza del giudice Bernardi “ovviamente” è GIUSTA; ma si deve fare di più e questa sentenza spinge nella direzione adeguata ; in questo senso:
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Parlare di “raffica di assoluzioni”, come fa un comunicato ANSA di oggi, nel 2021 non è esatto; i giudici alla fine “si sono convinti” che le teorie dei consulenti del “padrone” fossero fondate: impossibile stabilire le responsabilità penali individuali perché impossibile stabilire il momento decisivo dello sviluppo del cancro; si tratta di teorie unanimemente disconosciute dalla comunità scientifica che ha invece acclarato che tutte le dosi di amianto a cui si è stati esposti nel tempo contribuiscono a far crescere quella “dose cumulativa” che ha effetti mortiferi
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Detto questo rimane la responsabilita’ di una “organizzazione del lavoro” che al di là delle responsabilità penali individuali si è mostrata una organizzazione appunto morbigena e mortifera
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Le risorse “recuperate” dall’Inail devono essere redistribuite alle vittime dell’amianto e delle esposizioni a fattori di rischio cancerogenI; INSOMMA DEVONO ESSERE REDISTRIBUITE AI LAVORATORI E AI LORO CONGIUNTI COLPITI INDIRETTAMENTE O DIRETTAMENTE COME LA SIGNORA MOGLIE DI UN LAVORATORE MANUTENTORE CHE E’ DECEDUTA PER MESOTELIOMA , SEMPRE, CAUSATO DALLA ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO “ENI “ CHE “CONSENTIVA” IL TRASPORTO DELLA TUTA INQUINATA A DOMICILIO (PER RISPARMIARE SUI COSTI DI LAVANDERIA …?)
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SUL PETROLCHIMICO DI RAVENNA IL VASO DI PANDORA E’ ANCORA DA APRIRE PER INTERO
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A TROPPI LAVORATORI E’ STATA DISCONOSCIUTA LA EZIOLOGIA PROFESSIONALE DELLA MALATTIA: non solo per malattie da amianto ma anche per malattie causate da altri cancerogeni “abbondantemente “presenti …
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Né i “problemi” del petrolchimico sono circoscritti ai cancerogeni accertati dalla IARC; l’inquinamento ha riguardato tante altre sostanze tossiche o classificate cancerogene possibili o probabili o anche sostanze che agiscono come pericolosissimi interferenti endocrini; e’ forse un “caso “che i dati “peggiori” sull’inquinamento da ftalati si sia evidenziato in E-R nel canale Candiano e in un altro corso d’acqua della Romagna ? Si proprio uno di quelli che hanno esondato…nelle case dunque “non solo fango” ?
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Al momento stiamo “discutendo” con Inail la vicenda di un lavoratore (segnalato per mesotelioma nel maggio del 2023 e ancora non riconosciuto !) che auspichiamo di risolvere in collegiale a breve; nota critica: riconosciuto dal registro mesoteliomi (Renam) disconosciuto (al momento) da Inail; in Italia succede anche questo (e non solo a Ravenna); non commentiamo ulteriormente
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APRIRE COMPLETAMENTE IN VASO DI PANDORA SIGNIFICA INDAGARE A FONDO SU TUTTE LE EMISSIONI E GLI INQUINANTI PRODOTTI DAL PETROLCHIMICO : cvm, benzene, fosforiti, additivi e altre sostanze chimiche; occorre partire sia dai dati eventualmente disponibili negli archivi Uopsal/Ausl , Arpa e Criaer, sia anche e soprattutto dalla memoria operaia; su questo ultimo punto la nostra proposta, per la quale abbiamo già avviato concreti contatti, è di COSTITUIRE UNA ASSOCIAZIONE OPERAIA “VETERANI DEL PETROLCHIMICO” che sia nelle condizioni di catalizzare la memoria dei lavoratori sui rischi a cui sono stati esposti; un solo esempio: c’è chi riferisce di “polveri radioattive” monitorate evidentemente con un contatore geiger che transitavano da un certo reparto all’inceneritore; ma questo è solo un flash in una condizione generale molto nebulosa sulla quale è doveroso fare chiarezza; a questo fine stiamo lavorando contro i disconoscimenti sia da
parte dell’Inail che da parte della magistratura per esempio sui tumori polmonari o su altri tumori a
volte riconosciuti in primo grado e disconosciuti in corte d’appello “grazie” ai ricorsi Inail
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Dagli anni novanta ci stiamo conducendo un strenua resistenza contro disconoscimenti che riteniamo immotivati e iniqui
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Occorre , oltre a riaprire il confronto quindi su tutti i tumori disconosciuti (polmone, vescica, tiroide, leucemie) ; occorre avviare un lavoro di ricerca sistematica che non può non passare attraverso una indagine epidemiologica completa e capillare che parta dalla costruzione di una anagrafe di tutti gli ex esposti a cancerogeni (ovviamente non solo amianto)
Chi intende collaborare e mettersi in sinergia con questo programma di emersione di verità e giustizia si metta in contatto con noi.
Vito Totire, medico del lavoro, portavoce AEA/RETA NAZIONALE LAVORO SICURO
Via Polese 30 40122 Bologna
333.4147329
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