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A proposito di “utero in affitto”: “vengano dette parole chiare che segnino gli aspetti essenziali della vita”

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A proposito di “utero in affitto”: “vengano dette parole chiare che segnino gli aspetti essenziali della vita”

di Aldo Bacchiocchi*

 A proposito di ‘utero in affitto’ ripropongo all’attenzione quanto scritto, con severo giudizio negativo il 6 giugno 1918 sull’Avanti’, da Antonio Gramsci:

“Io dottor Voronof ha già annunziato la possibilità dell’innesto delle ovaie. Una nuova strada commerciale aperta all’attività esploratrice dell’iniziativa individuale. Le povere fanciulle potranno farsi facilmente una dote. A che serve loro l’organo della maternità? Lo cederanno alla ricca signora infeconda che desidera prole per l’eredità dei sudati risparmi maritali. Le povere fanciulle guadagneranno quattrini e si libereranno di un pericolo. Vendono già ora le bionde capigliature per le teste calve delle cocottes che prendono marito e vogliono entrare nella buona società. Venderanno la possibilità di diventare madri: daranno fecondità alle vecchie gualcide, alle guaste signore che troppo si sono divertite e vogliono ricuperare il numero perduto. I gigli nati dopo un innesto? Strani mostri biologici, creature di una nuova razza, merce anch’essi, prodotto genuino dell’aziende dei surrogati umani, necessari per tramandare la stirpe dei pizzicagnoli arricchiti. La vecchia nobiltà aveva indubbiamente maggiore buon gusto della classe dirigente che le è succeduta al potere. Il quattrino deturpa, abbruttisce tutto ciò che cade sotto la sua legge implacabilmente feroce. La vita, tutta la vita, non solo l’attività meccanica degli atri, ma la stessa sorgente fisiologica dell’attività, si distacca dall’anima, e diventa merce da baratto; è il destino di Mida, dalle mani fatate, simbolo del capitalismo moderno” (in Gramsci, Scritti 1913-1926, Einaudi, Torino 1984, a cura di S. Garpriolglio, p. 88).

La scelta di comprare da donne povere e sfortunate una gravidanza è una scelta ‘di classe’ che tutto riduce a ‘merce’.

 E’ implicito il richiamo al Marx del Manifesto a proposito della mercificazione dei rapporti umani.

Non si può non riflettere seriamente e non dire una parola chiara al riguardo. Proprio avendo a cuore l’infanzia nasce la necessità di un appello a non venire soffocati dal sonno della ragione, una critica che è acquisizione fondamentale di civiltà e dignità della persona umana.

Vengano dette a riguardo parole chiare che segnino gli aspetti essenziali della vita in quanto tale.

*politico,Bologna

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