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Visitare musei, ascoltare musica, ammirare scenari naturali… una protezione contro malattie

  • di

di Luigi campanella*

La protezione dell’organismo contro le malattie ed i patogeni viene tradizionalmente affidata ai farmaci.Gli abusi di questi con conseguenti danni alla salute ed all’ambiente ha portato a cercare strade sinergiche capaci di ridurre il consumo di farmaci.Una di queste è la nutraceutca che affida questo traguardo ad una dieta intelligente.Un’altra fa riferimento al tipo di ambiente da frequentare preferenzialmente.Le nostre nonne ci raccomandavano saggiamente di frequentare le aree boschive e forestali sulla base dell’azione che la fotosintesi clorofilliana realizza consumando, soprattutto in questo tipo di aree,anidride carbonica e producendo ossigeno molecolare prezioso per pulire ed alimentare i nostri polmoni.Per la verità ci raccomandava anche di non dormire con.piante verdi on camera:in assenza di luce,come di notte,è il processo opposto alla fotosintesi,,quello della respirazione a prevalere con consumo d’ossigeno e produzione di anidride carbonica.Questi saggi consigli si arricchiscono ora con  studi del CNR e del CAI che hanno rivelato che i monoterpeni contenuti egli oli essenziali di alcune piante aiutano a sconfiggere l’ansia e di conseguenza a prevenire i rischi cardiovascolari.Lo studio condotto in 39 siti italiani tra montagna,collina e parchi urbani ha visto la partecipazione di centinaia di volontari ed ha avuto la collaborazione delle università di Parma e Firenze e della ASL di Reggio Emilia.Acquisito che fra stato d’ansia e rischio cardiovascolare ci sia stretta connessione i risultati di questo studio permettono di disporre di criteri oggettivi per individuare e qualificare stazioni di terapia forestali in grado di consentire prestazioni di livello clinico.Frequentare il verde è anche una difesa contro malattie neurodegenerative come il Parkinson:sul Journal of the American Medical Association è stato pubblicato un lavoro elaborato su un campione d’oltre 100000 soggetti di età compresa fra 65 e 74 anni che.mostra come l’esposizione al verde ed al naturale riduca il rischio di ospedalizzazione per questo tipo di patologia. L’indice NDVI(normalized diffetent vegetation index) che confronta la disponibilità di aree verdi con la densità della popolazione ha mostrato, in accordo con quanto sopra detto,una riduzione di ricovero per  pazienti con morbo di Parknson,nel caso di valori più elevati dell’indice suddetto

Un’altra ricerca sulla stessa lunghezza d’onda ambienti da frequentare per stare meglio viene dall’Università di Westminster  con.la conclusione che una visita ad un museo ad una galleria d-arte durante la pausa pranzo riducano 9l  livello di cortisolo,l’ormone legato allo stress. L’abbassamento è del l’ordine del 60% ed è accompagnato da una riduzione dell’intensità dei dolori cronici e da ua  contrasto alla demenza senile, A partire da queste ricerche oggi anche L’OMS  considera le esperienze di bellezza un valido sostegno alle terapie mediche e già la competizione commerciale attenziona questi dati.

Correlato a quanto detto è uno studio della Università di Londra che dimostra come la semplice esposizione alle opere d’arte porti ad un aumento della dopamina, neurotrasmettitore associato ai processi di ricompensa e dell’attività della corteccia frontale del cervello con conseguenti sensazioni di piacere. Visitare un museo, ascoltare musica, ammirare scenari naturali sono attività che stimolano i nostri sensi ed attivano i sistemi di comunicazione con gli altri e con l’ambiente che ci circonda

  • docente di Chimica nell’Università La Sapienza di Roma
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