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Pi-Pop, la bici elettrica che non ha batterie e ricariche

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Pi-Pop, la bici elettrica che non ha batterie e ricariche

Da  Alberto Innocenzi, BC, 19 Settembre 2023 

Si chiama Pi-Pop, viene dalla Francia e promette di rivoluzionare il mondo delle e-bike. Una pedalata assistita che non ha bisogno di fare il pieno di energia alla colonnina o nel box di casa perché si ricarica pedalando, con un condensatore studiato e realizzato ad hoc. Pi-Pop è stata realizzata dalla Stee, un’azienda di elettronica con sede a Olivet, nel dipartimento del Loiret nella regione Centre Val-de-Loire. A prima vista sembra una elettrica tradizionale ma al posto della batteria monta supercondensatori che immagazzinano l’energia prodotta dallo sforzo del ciclista che viene poi restituita sotto forma di assistenza elettrica. Insomma chi più pedala più ricarica la bici e più chilometri percorre.

Pi-pop come funziona

Se su una e-bike come quelle attualmente in commercio si ricarica la batteria a una presa e poi la si usa, con Pi-Pop il “pieno” si fa pedalando in pianura o in discesa e si utilizza quando la strada sale. Per mettere in funzione “l’aiutino” basta spingere un po’ di più sui pedali e il meccanismo entra in funzione. In altre parole un po’ di sforzo bisogna farlo, perché Pi-Pop in qualche modo unisce i vantaggi della pedalata muscolare e di quella assistita.

L’immagine mostra meglio delle parole come la ricarica si composta su pendenze e terreni diversi.

Pi-Pop

Benefici ambientali

Questa è-bike non consuma carburante o elettricità, per farla funzionare non c’è bisogno di ricorrere alla terre rare e non emette nessun tipo di gas inquinante. I supercondensatori sono realizzati con materiali di uso comune come alluminio, carbonio, cellulosa e polimeri estremamente facili da riciclare, a differenze delle batterie.

Secondo l’azienda la ricarica è praticamente illimitata nel tempo e la vita della bici è stimata intorno ai 15 anni.

Ovviamente c’è un rovescio della medaglia, ma ampiamente compensato dai vantaggi che Pi-Pop promette: i supercondensatori si scaricano quando la bici è ferma e di conseguenza, quando si riparte, non si può contare su nessuna spinta aggiuntiva. Insomma la rampa del box bisogna farsela a piedi.

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