Covid, i nuovi vaccini proteggono dalla variante Eris. Onu: il virus prova del fallimento umano
ONU, DOTTNET | 21/09/2023 18:38
Ema-Ecdc, nessuna evidenza di malattia più grave con le nuove varianti. Il Coronavirus circolerà con influenza e virus sinciziale
I vaccini adattati approvati dall’Ue proteggono anche contro la variante Eris. Lo ha affermato la direttrice dell’Ema Emer Cooke: “Eris è una delle varianti che abbiamo seguito e i nuovi vaccini proteggono anche contro Eris”, oltre che “contro le più recenti varianti in circolazione”. “La pandemia è superata – ha aggiunto Cooke – ma il virus è ancora una minaccia per i soggetti a rischio, quindi persone con più di 65 anni, quelle con condizioni di salute precarie e le donne incinte devono vaccinarsi”. “Il Covid è stato allo stesso tempo la dimostrazione dell’ingegnosità e del fallimento umano”, ha aggiunto il vice segretario Onu, Amina Mohammed, nel corso della riunione di alto livello sulla prevenzione e l’intervento in caso di nuove pandemie che si è tenuta a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. “Da un lato ci sono stati i test creati alla velocità della luce e i vaccini sviluppati in tempi record – ha dichiarato – Dall’altro, la mancanza di preparazione che ha colpito i più vulnerabili e i vaccini monopolizzati dai paesi ricchi mentre le popolazioni delle nazioni più povere ne sono state private”.
Ricordando che queste disuguaglianze persistono fino ad oggi, Amina Mohammed ha lamentato che la pandemia ha ulteriormente deviato gli obiettivi di sviluppo sostenibile, con gravi conseguenze sui livelli di povertà, debito pubblico e disuguaglianze sociali. Da qui, a suo avviso, la necessità di non ripetere gli errori del passato durante l’inevitabile prossima pandemia, migliorando la sorveglianza del virus, rafforzando i sistemi sanitari e l’accesso equo per tutti i paesi a vaccini, trattamenti e tecnologie salvavita. Mohammed ha anche chiesto di rafforzare l’autorità e il finanziamento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e ha esortato i paesi membri a raggiungere un accordo forte e completo sulle pandemie, incentrato sull’equità e accompagnato da emendamenti al Regolamento sanitario internazionale. In particolare, ha sottolineato, la preparazione alla pandemia richiede una lotta contro la disinformazione che “mina i consigli degli esperti e alimenta lo scetticismo sui vaccini”. Infine, la strategia di risposta deve tenere conto della nuova natura degli shock, “sempre più internazionali e sempre più complessi” che richiedono risposte che coinvolgano un’ampia gamma di attori diversi.
Intanto, secondo l’Ecdc “Per ora non vi è assolutamente alcuna indicazione che l’infezione con le nuove varianti di Sars-CoV-2 possa causare malattie più gravi, o rendere i vaccini meno efficaci contro la malattia grave rispetto alle varianti precedentemente circolate”. A evidenziarlo è stata Andrea Ammon, direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. “Tuttavia – ha puntualizzato – le persone più anziane e quelle con patologie preesistenti corrono comunque un rischio più elevato di andare incontro a esiti gravi se vengono infettate” e colpite da Covid-19. “A inizio settembre – ha riportato la direttrice dell’Ecdc – è stata segnalata una trasmissione di Sars-CoV-2 in crescita in più della metà dei Paesi dell’Ue/Spazio economico europeo. Fortunatamente il livello di malattie gravi e di morte era ancora relativamente basso. E’ importante riservare un’attenzione particolare al Covid-19 nelle fasce d’età più avanzate. E vediamo che 9 su 16 Paesi che riportano i conteggi dei casi divisi per età hanno visto aumentare i numeri negli over 80, e 12 su 16 hanno osservato una crescita nelle persone dai 65 anni in su” per più settimane. “I decessi Covid in termini assoluti rimangono bassi rispetto ai livelli riportati in precedenza durante la pandemia, tuttavia – ha aggiunto Ammon – 4 su 12 Paesi con dati specifici hanno segnalato di recente dei piccoli aumenti nei morti fra gli over 65″.
Durante l’autunno e l’inverno alle porte, “prevediamo una recrudescenza dell’influenza stagionale e del virus respiratorio sinciziale“, continua Andrea Ammon. Al contempo, “osserviamo anche un aumento della trasmissione di Sars-CoV-2 nell’Ue/Spazio economico europeo e prevediamo che i virus” respiratori “co-circoleranno nei prossimi mesi”. Questa co-circolazione “metterà le persone vulnerabili a rischio di malattie gravi e di morte, con una maggiore pressione sull’assistenza sanitaria”. “E’ difficile prevedere con esattezza quando la circolazione dei virus respiratori aumenterà o raggiungerà il picco”, ha aggiunto Ammon. Quanto al rialzo dei casi Covid, “è probabilmente dovuto all’aumento dei viaggi e ai grandi raduni estivi – ha evidenziato la numero uno dell’Ecdc – e al calo dell’immunità dopo un lungo periodo di bassa circolazione del virus”. “I nostri modelli hanno mostrato che una campagna vaccinale anti-Covid con un’elevata adesione, rivolta a persone di età dai 60 anni in su, potrebbe prevenire circa il 21-32% di tutti i ricoveri correlati a Covid nell’Unione europea o nello spazio economico europeo fino al 24 febbraio”.
“Dobbiamo agire ora per ridurre al minimo l’impatto” dei virus respiratori che co-circoleranno nel prossimo autunno-inverno: Sars-CoV-2, influenza e virus respiratorio sinciziale Rsv. Servono “forti misure di sanità pubblica tra cui la vaccinazione contro Covid e influenza, l’utilizzo delle misure di protezione individuale, la sorveglianza e la segnalazione”. “Covid-19, influenza e Rsv rimangono sfide significative per la salute pubblica“, ha avvertito Cooke. Le persone che appartengono a categorie a rischio e sono vulnerabili dovrebbero vaccinarsi”, perché “la vaccinazione è il modo più efficace per prevenire le infezioni e proteggere da malattie gravi e ospedalizzazione”. “La co-somministrazione dei vaccini contro Covid e influenza è fattibile”, ha aggiunto la numero uno dell’Ema. “Gli Stati membri – conclude – prenderanno decisioni sulle loro campagne di vaccinazione nazionali in base alle condizioni epidemiologiche e alla disponibilità di vaccini nei loro Paesi”.