“San francesco non era un povero e ingenuo illetterato…”
da Gazzetta di Modena, Beppe Manni
San Francesco patrono d’Italia festeggiato il 4 Ottobre. I luoghi francescani la sua cella spoglia, il suo giaciglio di sasso, la tonaca rattoppata. Sono reliquie imbalsamate che hanno disinnescato il suo rivoluzionario messaggio. Il canto XI del Paradiso è dedicato a San Francesco. Dante non parla di nessun prodigio ma solo della sua ‘diletta sposa’ che è Madonna Povertà. La vera storia del povero di Assisi non è quella raccontata dai Fioretti una raccolta di aneddoti sulla sua vita immortalati dagli affreschi di Giotto. O dl film oleografico di Zeffirelli.
Francesco era altro. Non certamente il ‘Poverello di Assisi’. È figlio di un ricco mercante. A 26 anni rinuncia pubblicamente alle sue ricchezze che distribuisce ai poveri, seguendo le parole di Gesù. Con i suoi amici (hanno tutti poco più di vent’anni), veste di stracci. Non chiedono elemosine ma aiutano i contadini a lavorare e sono da loro nutriti. Francesco non è un ingenuo illetterato, sa il latino e il francese: scrive “Laudato si’ o mi Signore” che è il primo documento della lingua italiana: esprime la sua gioia di trovarsi con amici nella bellezza del creato dono di Dio. Non contesta direttamente la chiesa come fanno altri che vengono perseguitati come eretici. Si assoggetta con fatica al Papa, ma continua a testimoniare il Vangelo condannando le violenze cittadine e una chiesa compromessa dal potere politico e dalla simonia. Predica, Francesco, la pace, l’amore e la riconciliazione intromettendosi fisicamente tra contendenti alla ricerca della vendetta. Muore nudo sulla terra, circondato dai fratelli, i ‘fratres’.
Oggi un popolo a cui per anni è violentemente stata rubata la terra e la cittadinanza, disperato ha attaccato l’invasore. Un terribile bagno di sangue di ritorsioni e vendette. I media lo hanno giustamente chiamato terrorismo che si alimenta nelle molte ingiustizie patite dai palestinesi da parte di Israele e da invasioni e genocidi di noi occidentali in diverse aree a noi vicine.
San Francesco durante la V crociata, fa un viaggio con pochi amici per andare a incontrare il musulmano Solimano a Damietta: vuole la pace e convertirlo alla fede di Gesù. Mentre i crociati hanno spade, cavalli e macchine da guerra, lui usa il dialogo e l’amicizia. È ospite accolto con curiosità, come uomo saggio.
Questo è il vero Francesco: i monumenti ad Assisi e nei luoghi francescani non parlano di lui ma di quello che vogliamo farci dire. È il destino dei reliquiari, come lo è stato del sepolcro di Cristo o delle mummie dei santi ospitati nei santuari.
A 100 anni dalla sua nascita se andiamo a visitare Barbiana la canonica e la tomba di don Milani o il sacrario dei martiri di Monte Sole, possiamo intravvedere un altro modo di fare memoria dei nostri santi.