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“Anche quest’anno arriverà Natale, poi Capodanno con l’Epifania, che come si sa, tutte le feste porterà via”

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di Paolo Ferraresi, CCSSM AUSL di Bologna

anche quest’anno arriverà il Natale, poi seguirà il Capodanno con l’Epinania, che come si sa, tutte le feste porterà via. Seguirà poi il nuovo anno, il 2025 e se poi Dio vorrà, arriverà il 2026, con un nuovo invio…e così via. Anche quest’anno, per Natale, come tutti gli anni passati ci augureremo di essere più buoni e migliori degli anni precedenti. E cosi farò anch’io. Anch’io vi augurerò tanto bene e tanta salute e tanta pace e tanta serenità e.…tutto di più. Per tutti questi motivi soprassiederò alle nostre misere beghe nazionali, che tanto intristiscono e incattiviscono e che dividono i nostri animi e i nostri giudizi.

Non vi parlerò quindi, lo prometto, della povertà in Italia.

In termini assoluti nel 2022 le famiglie in condizioni di povertà relativa sono oltre 2,8 milioni (10,9%, stabile rispetto al 2021), per un totale di 8,6 milioni di individui, il 14,8%, stabile rispetto all’anno precedente, (per fortuna che è stabile), mentre sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2,18 milioni di famiglie (per fortuna che è solo poco più) l’8,3% del totale e oltre 5,6 milioni di individui, ma come si sa, è tutta gente che non ha voglia di lavorare. Ma non vi voglio, come ho detto, ingastrire.

–  Quindi non vi parlerò neanche della cosiddetta evasione fiscale, che fa venire la noia solo a pensarci.

Nel 2020, ultimo anno per cui le Entrate dispongono di dati concreti, “il tax gap ammonta a 67,5 miliardi”, a cui vanno aggiunti poco meno di 11 miliardi di contributi non pagati e altri 10 di imposte locali per un totale di 90 miliardi, meglio di 89,8 Ma poiché, si sa, sono stime, e non si sa come facciano a farle, per fare cifra tonda parliamo, per stare prudenti, di almeno 100 mld. Ma chi è che non paga? Come ho detto prima si sa che l’Italia è un paese di poveri. Dei 913 miliardi dichiarati al Fisco, il 75 per cento arriva dal lavoro dipendente (490) e dalle pensioni (276), da chi cioè le tasse non le può evadere, mentre il 15 per cento appena dagli autonomi.

–  Ci sono poi trecentomila contribuenti che devono al Fisco oltre 500 mila euro a testa: 795 miliardi di tasse che l’Agenzia delle Entrate non riesce a recuperare. Tutto questo nel Paese in cui un contribuente su due dichiara meno di 17.800 euro l’anno, mentre Il 20 per cento degli italiani dichiara un reddito non superiore ai 6.700 euro.

–  Ma si sa per il Censis, l’Italia è un Paese di «sonnambuli» spaventati. A me, a dir la verità, sembrano più dei furbetti del quartierino, ma ognuno si tiene le proprie opinioni. Siamo sotto Natale e come ho detto non voglio polemizzare e voglio essere più buono.

Quindi in tanta tristezza non vi parlerò neanche della crisi finanziaria della nostra Sanità pubblica, che tutti conoscerete. Non vi menzionerò la diminuzione governativa anche dei fondi destinati alla mission 6. “”Il Presidente del Consiglio Melloni”” disse testualmente qualche mese fa che i cittadini non si lamentassero quando affermavano che i fondi destinati alla sanità erano pochi, perché sarebbero arrivati da li a poco altri 15 miliardi del PNRR, dimenticandosi che i fondi originari destinati precedentemente erano 19,7 mld. (sic. sic.). Poi, come saprete, sono scomparsi, dalla programmazione precedente, i 500 milioni annui fino al 2026, destinati alla assistenza domiciliare degli “”over 65””

– E pensare che se tutti facessero il loro dovere fiscale “soltanto un poco di più”, con meno sfrontatezza, forse potremmo curarci tutti e meglio, anche chi non ha il denaro oggi per poterlo fare.

Ma, ripeto ancora una volta, non voglio entrare nelle nostre bagattelle quotidiane, che sembrano il gioco dei bussolotti. Voglio volare alto ed uscire dai nostri spazi angusti italiani e spostarci più lontano, colà dove si puote ciò che si vuole, e così faccio contenti tutti, senza ulteriori divisioni.

“”Nessuna scienza – dice Al Jaber – dimostra che un’uscita dai combustibili fossili è necessaria per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi sopra i livelli preindustriali”. E ancora: “Dire addio al petrolio vorrebbe dire tornare al tempo delle caverne””. Ipse dixit, il Presidente della COP 28.

Si sa che il mondo è vario ed è bello proprio così, perché ognuno può pensarla come vuole. Però ci sono anche dei limiti alla sfrontatezza o alla scempiaggine, che a quanto pare non alligna solo in Italia….scusatemi, ma mi è proprio scappata. Insomma, volevo dire che avrei pensato di tutto fuorché che con l’abbandono al petrolio si potesse tornare nelle caverne. Ma forse sono io un retrogrado. Strano, perché avrei pensato proprio al contrario.

Dunque, cosa altro ci rimane da poter fare? Si sa che la speranza è l’ultima dea: speriamo sempre, dunque. La speranza è l’ultima risorsa per gli umani. Ma però è stato anche detto contemporaneamente “”pace in terra agli uomini di buona volontà”” e quindi sarà una speranza attiva e non rassegnata. Vorrà pur significare qualche cosa quel “”aiutati che il Ciel ti aiuta”” che è il più bel messaggio “”psicologico”” che sia mai stato dato da quando al freddo ed in miseria un bambino nacque per la nostra redenzione.

E vabbè! Alla fine finirò col dirvelo. AUGURI, AUGURONI, AUGURISSIMI A TUTTI VOI, A TUTTI NOI

Paolo Ferraresi

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