Vai al contenuto

E’ DA REVISIONARE IL CONCORDATO

  • di

TEMPO DI REVISIONE del CONCORDATO

di Beppe Manni, Gazzetta di Modena 9.2.24

Novantacinque anni fa l’11 febbraio del 1929, la Chiesa stipulò con Mussolini il Concordato attraverso il quale lo Stato e la Chiesa si rappacificavano: la “Conciliazione” fu chiamata dopo l’occupazione dello Stato pontificio da parte dell’Italia nel 1870.

Il fascismo incassava il riconoscimento ufficiale della chiesa. Il Papa riceveva in cambio la dichiarazione del cattolicesimo come religione dello stato, l’insegnamento di religione cattolica nelle scuole medie; i cappellani militari, del carcere e dell’ospedale stipendiati.

Ma tutto si pagava. Il silenzio della chiesa sulle leggi razziali del 1938 e la tragedia degli Ebrei italiani, sono legate in parte anche al Concordato.

 Ne 1984 nella revisione fatta da Craxi, fu tolta la dizione ‘Cattolicesimo religione di stato’ ma l’insegnamento religioso veniva allargato alla scuola materna ed elementare. Si aggiungeva l’8X1000 come sostentamento alla Chiesa. Rimaneva lo scandalo dei ‘Cappellani Militari…

Negli anni 70 e 80 movimenti laici di sinistra e gruppi di cattolici, lottarono per il superamento del Concordato. Era il tempo delle manifestazioni per la libertà del voto cattolico a sinistra; in favore del divorzio e dell’aborto. Ma non se ne fece nulla e il Concordato fu dimenticato: gli equilibri di destra e di sinistra esigevano il silenzio.

Oggi la situazione è profondamente cambiata. Sta tramontando anche in Italia il ‘regime di Cristianità’. Nelle statistiche del 2023 i cattolici in Italia erano il 76%, ma si tratta dei battezzati che non corrispondono al numero dei partecipanti, ad esempio alla messa domenicale che è ridotta al18%: un quinto.

Questo abbandono non dipende solo da un’incapacità della gerarchia di adeguarsi ai tempi, ma da una fisiologica laicizzazione e inurbamento della società. L’abbandono dei paesi di origine sia del sud che della montagna, non garantisce più la continuazione delle tradizioni familiari.

Un altro importante fattore è la presenza di altri gruppi religiosi in Italia: islamici, ortodossi, buddisti ecc. legati all’immigrazione dal sud e dall’est. Per la prima volta in Italia siamo alla presenza di un reale pluralismo religioso.

Sembra che ci sia comunque una richiesta di spiritualità, e la solitudine cittadina che ben ricordava il Vescovo di Modena nella sua lettera alla città per san Geminiano , non trova una risposta nelle grandi chiese, ma nei piccoli gruppi sia di cattolici ma specialmente di altre organizzazioni religiose: Testimoni di Geova, chiese etniche e pentecostali, gruppi di spiritualità orientale ecc, che hanno preso in affitto non solo capannoni dismessi ma anche ex chiese.

Sembra proprio che il concordato vada rivisitato.

Quanto meno per garantire nella scuola ‘pubblica e laica’ italiana un insegnamento curricolare per tutte le religioni.

(Visited 16 times, 1 visits today)

Lascia un commento