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Approvata la proposta di legge, su iniziativa di “Avvocato di strada”, che consente l’assegnazione del medico alle persone senza dimora

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ANTONIO MUMOLO, avvocato di strada Anche i senza fissa dimora avranno diritto al medico di base.

Approvata la proposta di legge che consente l’assegnazione del medico alle persone senza dimora

Questo provvedimento non solo applica a tutti i cittadini quanto già previsto dal dettato costituzionale e ristabilisce dei diritti, ma fa anche risparmiare lo Stato investendo sulla prevenzione”. Ad oggi, infatti, se un individuo risulti senza iscrizione all’anagrafe comunale perde il diritto fondamentale alla tutela della salute, cessando per esso l’assistenza sanitaria, escluse le prestazioni di emergenza presso i pronto soccorso. “Lo Stato non deve lasciare nessuno da solo, scritta una pagina di buona politica”Un passo avanti verso una sanità più inclusiva.

In uno scenario desolante, dove si prospetta un’autonomia differenziata che frammenterà il Paese anche sul piano dell’assistenza sanitaria, è giunta ieri, almeno, una buona notizia.

È stata approvata all’unanimità dalla Camera la proposta di legge che riconosce il diritto all’assistenza sanitaria con l’assegnazione di un medico o pediatra di base anche alle persone senza dimora.

Finora, infatti, i cittadini privi di iscrizione all’anagrafe comunale risultavano, di fatto, estromessi dall’accesso alle cure, fatte salve le prestazioni di emergenza presso i pronto soccorso. Un grave vulnus che questo provvedimento cerca di colmare, riaffermando i principi di universalità e rendendo veramente inclusivo ed equo il nostro servizio sanitario nazionale, permettendo l’accesso alle fasce più deboli, quelle che più ne hanno bisogno.

In questo modo, secondo le stime, si darebbe assistenza sanitaria alle oltre 96mila persone, di cui il 62% di nazionalità italiana, che erano registrate come senza dimora nel censimento sulla popolazione residente in Italia, pubblicato a dicembre 2022.

Inoltre, questo provvedimento consentirebbe anche risparmi notevoli per lo Stato, rafforzando la prevenzione e riducendo il ricorso alla medicina d’urgenza (non dimentichiamo che un singolo accesso al Pronto Soccorso è stimato mediamente 250 euro).

Ancora, purtroppo, questa misura non riguarderà tutti: sarà avviata una sperimentazione di due anni 2025 e 2026 solo per quanto riguarda le 14 città metropolitane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia) con uno stanziamento complessivo di 2 milioni di euro, permettendo di raggiungere oltre il 60% delle persone senza fissa dimora che attualmente sono prive dell’assistenza sanitaria territoriale.

Si tratta di un passo avanti importante, all’insegna della civiltà e dell’affermazione del diritto alla salute per tutti. Per questo ci auguriamo non solo che tale misura sia riconfermata, ma che sia presto estesa a tutto il Paese.

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