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LIBERE DI SCEGLIERE

DA SCUSI LEI DEL 20 MAGGIO 2021 – NEWS LETTER SUL GENDER GAP (ABBONAMENTO DIGITALE A LA REPUBBLICA)

Il 18 maggio del 1978 il Senato approva la legge sulla regolamentazione  dell’interruzione volontaria di gravidanza con 160 voti favorevoli e 148 contrari. La legge 194 viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 22 maggio successivo. Tre anni dopo, il 17 e 18 maggio del 1981, gli italiani votarono il referendum proposto dal Movimento per la vita e sostenuto da un ampio (ma non totale) schieramento cattolico per abrogare la 194: poco meno dell’80% degli aventi diritto andò alle urne, vinse il mantenimento della 194 con il 68% dei voti.

 L’aborto è legge, l’aborto è un diritto. E che ci sia, appunto, una legge – per quanto perfettibile – come la 194 a normarne forme e limiti è una battaglia che donne e uomini hanno vinto assieme. Perfettibile, dicevamo, e uno dei problemi più grandi è l’alto numero di medici obiettori di coscienza negli ospedali, che di fatto in alcuni luoghi rende impossibile o almeno molto difficile praticare una interruzione di gravidanza. I Radicali Italiani con “IVG ho abortito e sto benissimo”, “Non è un veleno”, Uaar-Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti”, Giovani Democratici Abruzzo e Giovani Democratici Milano fanno partire da Pescara la campagna nazionale “Libera di abortire”, per sensibilizzare sulla difficoltà di accesso all’interruzione di gravidanza, sulle violenze fisiche e psicologiche a cui sono sottoposte le donne che scelgono l’aborto, sull’assenza di informazioni chiare e scientificamente corrette soprattutto in contesti governati da partiti anti-abortisti. E l’Abruzzo, secondo i dati della rete di promotori, è tra le regioni in cui una donna trova più ostacoli per esercitare un suo diritto.

Su Repubblica nei giorni scorsi Maria Novella De Luca ha intervistato Alice Merlo, 27enne testimonial della campagna di informazione sull’interruzione di gravidanza farmacologica con la Ru486 dell’Unione Atei. Che ha raccontato la sua esperienza – “A settembre del 2020 ho interrotto, alla sesta settimana, una gravidanza con la pillola Ru486 all’ospedale San Martino di Genova. Poi ho raccontato la mia esperienza positiva sulla pagina Fb, ‘Ho abortito e sto benissimo’. Il mio anticoncezionale non ha funzionato. Sono rimasta incinta e quella gravidanza non la volevo. Non è stato un dramma. Ho deciso in pochi minuti” – e della ormai immancabile sequenza di insulti e minacce di stupri e morte da presunti Pro-Life. La sua storia, le sue parole, servono molto in questo dibattito

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