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Giancarlo Siani. L’informazione è la ricerca della verità.

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Michele del Gaudio, magistrato, ricorda il giornalista Giancarlo Siani ucciso dalla camorra.

Giancarlo Siani

viene ucciso dalla camorra il 23 settembre 1985… ma s’insinua delicatamente nel cuore e nella mente di un numero enorme di persone, che il giovane giornalista non avrebbe mai immaginato. Bambine, bambini, adolescenti, giovani, adulte, adulti, anziane, anziani, raggianti di sogni, lo conoscono, parlano di lui, parlano con lui. Gli anni si annodano alle loro vite per consentirgli di continuare a vivere. Ogni anniversario la marea cresce, accompagnata dal fratello Paolo, e il dolore si trasforma sempre più in festa, come accade in queste settimane in tutt’Italia: è una giornata itinerante nel tempo e nello spazio, diffusa giorno dopo giorno, baciando scuole, sale, cortili, vie, piazze, chiese, parlamento… finanche il mare. Ne germoglia un articolato software di eventi, sentimenti, ideali, impegni.

Informazione, verità e giustizia sono le stelle comete di un dibattito in cui l’allegria si armonizza con l’autorevolezza, la sincerità vince l’ipocrisia, la sostanza annichilisce la forma.

La giustizia ha il compito di far coincidere la verità del processo con quella reale.

L’informazione è la ricerca della verità.

La verità insegue giustizia e informazione per farsi trovare, ma non sempre ci riesce.

La verità sono ragazze e ragazzi, che non sono la periferia della collettività, ma il fulcro dell’agire di adulte e adulti, non uniche detentrici, unici detentori del potere e del sapere. Si svela, espande, consolida una comunità giovanile pensante, stimolata e stimolante, che si troverà a proprio agio in quella adulta, perché si sentirà al centro del percorso. Assieme ad adulte e adulti ne costituirà il presente, non un futuro indefinito ed incerto; un presente per ascoltare, ascoltarsi, capire, capirsi, discutere insieme, decidere insieme, costruire insieme.

La camorra fa schifo!

Rimane senza una risposta, esauriente e concreta, la domanda pressante di studentesse e studenti: “Perché la camorra ci tende la mano e lo Stato no?”. Ma tutte, tutti hanno assunto la responsabilità, nel ricordare Giancarlo, di cercare sempre la Verità, qualunque ruolo abbiano, qualunque essa sia.

michele del gaudio, magistrato

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