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BELLA CIAO, senza rimostranze, strumentalizzazioni e paure

  • di

di Beppe Manni*

Il sindaco di Corsico (Milano) ha proibito alla banda per la sfilata del 25 aprile di suonare Bella Ciao. Sostituita da altre canzoni patriottiche come la leggenda del Piave, La bandiera dei tre colori e, speriamo, l’Inno di Mameli. Ricordo con amarezza come il 25 aprile per anni non fu festeggiato da Berlusconi presidente e da altri  politici della destra. La lotta partigiana o come ultimamente viene chiamata, guerra civile, ha lasciato strascichi pesanti anche dopo 77 anni dalla fine della guerra. Sarebbe come se negli anni cinquanta alcuni nostalgici papalini avessero contestato l’annessione dello Stato Pontificio all’Italia. Cari politici, sindaci, capipopolo, presidenti di partiti, vescovi; siete stati scelti per ben governare e per costruire una società di pace e non per creare divisioni. Se non ve la sentite tornate al vostro mestiere, se lo avete. Datevi da fare per la riconciliazione della nostra patria e non strumentalizzate continuamente fatti passati ai fini elettorali o per qualcos’altro di innominabile. La guerra è finita. La lotta di  liberazione fu condotta da tutte le parti politiche: socialisti, comunisti, cattolici, liberali, militari. Contro il fascismo che, non dimenticatelo, si era alleato con il nazismo mandando in guerra e al macello centinaia di migliaia di giovani italiani, emanando le ignobili leggi razziali. Permettendo la distruzione delle noste città e paesi. Cancellando opere d’arte e monumenti. Negli ultimi anni si è tentato di rivisitare quelle terribili pagine: sono giustamente emerse responsabilità, colpe, deviazioni. Ma questo non vuol dire rimpiangere il fascismo e fare monumenti per chi l’ha costruito, voluto e difeso, anche dopo la sua disfatta storica. I caduti sono tutti uguali e meritano compassione ma non lo è il motivo della loro morte. Non si deve riscrivere la storia.

E’ vero, Bella Ciao, una innocente canzone d’amore e di morte, è diventata l’inno dei partigiani. Devo dire che della Resistenza se ne appropriò il partito comunista, sia perché era la forza preponderante nella lotta contro il fascismo; ma anche perché le altre componenti, in particolare i cattolici, per paura di essere tacciate di ‘sinistra’ si ritirarono in silenzio. A Modena in verità, Ermanno Gorrieri comandante delle Brigate Italia composta da cattolici, attraverso la sua “Repubblica di Montefiorino” tenne viva la memoria di una resistenza fatta da tutte le componenti del popolo italiano.

Oggi siamo ormai maturi per cantare tutti insieme Bella Ciao senza rimostranze, strumentalizzazioni e paure. Liberiamo il canto e il nostro cuore.

  • La Gazzetta 27 aprile 2022
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