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Tre libri interessanti di Giuseppe Giliberti*

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Giuseppe Giliberti, “Il Paese del sì. Note sull’identità culturale italiana”, Intra, 2020, 125 pp., 15,00 euro (cartaceo), 9,99 (ebook)

*docente di Diritto internazionale nell’Università di Urbino

Siamo uniti dal 1861, eppure non sappiamo bene da cosa. Il Paese del sì è una brillante indagine su chi sono e cosa credono di essere gli Italiani. Dalla lingua al patrimonio culturale, dai valori costituzionali alla storia, l’identità collettiva del “bel Paese” è analizzata da un arguto intellettuale “italo-napoletano”. Attraverso un gradevole percorso interdisciplinare, Giliberti apre nuove prospettive sui concetti di identità, nazione e integrazione. Ci aiuterà a capire perché e come essere italiani. Per fortuna o purtroppo.

(dalla quarta di copertina)

“Le genti del bel paese dove il sì suona”: così Dante Alighieri definisce gli Italiani. Ma c’è dell’altro. Chi visita il Gran Bazar di Istanbul viene infallibilmente riconosciuto, da lontano, come italiano (non spagnolo o greco) dai bravissimi venditori, che si mettono sulla soglia dei negozi per richiamare i clienti. Basta un’espressione, un gesto, la postura del corpo, il modo di vestire, per essere invitati – nella nostra lingua – ad acquistare qualcosa. Ma come fanno?

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Giuseppe Giliberti, “Where Sì Is Heard: Notes on Italian Cultural Identity”, Intra, 2021, 150 pp., 15,00 euro (cartaceo), 9,99 euro (ebook)

With an Introduction by Myriam Swennen Ruthenberg

“The peoples who dwell in the beautiful land where sì is heard”. This is how Dante Alighieri defines the Italians, rooted in local communities and yet united by a common cultural heritage. But there is more. Those who visit the Grand Bazaar of Istanbul are infallibly recognized, from afar, as Italian (not Spanish or Greek) by the talented sellers, who stand on the doorstep of the shops to call customers. All it takes is an expression, a gesture, the posture of the body, the way of dressing, to be invited – in Italian – to buy something. But how do they do it?

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George Orwell, “Omaggio alla Catalogna”, traduzione e introduzione di Giuseppe Giliberti, Intra, 2021, 298 pp., 14,99 euro (cartaceo), 9,99 euro (ebook)

Spagna 1936-1937: la guerra antifascista in un emozionante reportage di George Orwell con nuova traduzione di Giuseppe Giliberti, seguito da Oggi in Spagna, domani in Italia di Carlo Rosselli

“L’odore delle trincee, l’alba tra i monti che si stendono per distanze inconcepibili, il gelido crepitio delle pallottole, il boato e il bagliore delle bombe, la luce chiara e fredda delle mattine di Barcellona, e il calpestio degli scarponi nel cortile della caserma in quel dicembre, quando la gente credeva ancora nella rivoluzione. E poi le file per il cibo, le bandiere rosso-nere, le facce dei miliziani spagnoli. Soprattutto le facce dei miliziani, uomini che ho conosciuto in prima linea e che ora sono dispersi Dio solo sa dove, alcuni uccisi in battaglia, alcuni mutilati, altri in galera, la maggior parte di loro, spero, ancora sani e salvi. Buona fortuna a tutti quanti. Spero che vincano la loro guerra e caccino tutti gli stranieri dalla Spagna, tedeschi, russi o italiani che siano.”

https://edizioni.intra.pro/prodotto/george-orwell-omaggio-alla-catalogna/
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George Orwell, “Homage to Catalonia”, introduzione di Giuseppe Giliberti, Intra, 2022, 242 pp., 14,99 euro (cartaceo), 9,99 euro (ebook)

Spain 1936-1937: the anti-fascist war in an exciting reportage by George Orwell

“The smell of the trenches, the mountain dawns stretching away into inconceivable distances, the frosty crackle of bullets, the roar and glare of bombs; the clear cold light of the Barcelona mornings, and the stamp of boots in the barrack yard, back in December when people still believed in the revolution; and the food-queues and the red and black flags and the faces of Spanish militiamen; above all the faces of militiamen – men whom I knew in the line and who are now scattered Lord knows where, some killed in battle, some maimed, some in prison – most of them, I hope, still safe and sound. Good luck to them all; I hope they win their war and drive all the foreigners out of Spain, Germans, Russians, and Italians alike.”

Oscar Wilde, “Anima e socialismo”, traduzione e introduzione di Giuseppe Giliberti, Intra, 2022, 132 pp., 14,99 euro (cartaceo), 4,99 euro (ebook)

Uno straordinario saggio politico di Oscar Wilde, nella nuovissima traduzione a cura di Giuseppe Giliberti

Il saggio che proponiamo in questa nuova traduzione fu pubblicato una prima volta da Oscar Wilde nel 1891, sulla rivista Forthnightly Review, con il titolo The Soul of Man Under Socialism. Venne poi riproposto nel 1895 in forma di libro, stampato privatamente in poche decine di copie, con un titolo più breve: The Soul of Man.

“Chi vede l’autore come un geniale ma frivolo dandy rimarrà effettivamente sorpreso da un aspetto relativamente poco conosciuto della sua personalità: l’impegno politico. Certo, considerare Oscar Wilde una figura di riferimento del socialismo vittoriano sarebbe molto esagerato. Ma sta di fatto che lui si considerava un socialista, e non esitava a manifestare pubblicamente un impegno libertario.” (Giuseppe Giliberti, Introduzione a Oscar Wilde, Anima e socialismo).

Oscar Wilde, “The Soul of Man”, introduzione di Giuseppe Giliberti, Intra, 2022, 72 pp., 9,99 euro (cartaceo), 2,99 euro (ebook)

An extraordinary political essay by Oscar Wilde with an introduction by the Italian historian Giuseppe Giliberti

The essay we propose in this new edition was first published by Oscar Wilde in 1891, in the Fortnightly Review, under the title The Soul of Man Under Socialism. It was then republished in book form, privately printed in a few dozen copies, in 1895 with a shorter title: The Soul of Man.

Those who see the author as a brilliant but frivolous dandy will indeed be surprised by a relatively little-known aspect of his personality: his political commitment. Of course, to consider Oscar Wilde a leading figure of Victorian socialism would be a gross exaggeration. But the fact is that he considered himself to be a socialist and did not hesitate to publicly manifest his libertarian commitment.

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