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Rivoluzione culturale: tutti fratelli

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La rivoluzione culturale: tutti fratelli

di Vincenzo Balzani*

Il mondo è malato a causa del cattivo rapporto fra la società umana e il pianeta che la ospita e ancor più a causa delle discordie all’interno della società umana. Stiamo scivolando sempre di più verso l’insostenibilità ecologica e sociale. Lo dicono sia gli scienziati che i filosofi e lo riafferma papa Francesco nella Laudato sì: Le previsioni catastrofiche ormai non si possono più guardare con disprezzo e ironia. Lo stile di vita attuale, essendo insostenibile, può sfociare solo in catastrofi. Ecco allora che, come scrive il papa “E’ necessaria una coraggiosa rivoluzione culturale”.

Da parecchi anni nella società umana domina il mito della crescita continua e permanente. Un mito assurdo che porta a considerare il nostro pianeta soltanto come un fornitore di risorse, senza limiti. Il pianeta, in realtà, è un sistema con risorse limitate, costituite da elementi chimici e loro composti, alcuni relativamente abbondanti, altri scarsi. Per di più, le risorse sono distribuite sul pianeta in modo disomogeneo, per cui è in atto una forte competizione sia fra le persone che fra le nazioni per impadronirsene. Le indagini dell’agenzia internazionale Oxfam attestano che la forbice della disuguaglianza tra i ricchi e i poveri, sia a livello delle persone che delle nazioni, continua ad allargarsi senza freno. Ne deriva che, come ha scritto papa Francesco nella già citata Laudato sì, «Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale che va affrontata con una visione unitaria dei problemi ecologici ed economici”.

Nella più recente enciclica Fratelli, tutti papa Francesco spiega che la rivoluzione culturale necessaria per giungere alla sostenibilità ecologica e sociale non può compiersi mediante qualche parziale modifica del rapporto uomo-pianeta o delle relazioni fra le nazioni. Si tratta, invece, di cambiare radicalmente la base su cui poggiano le nostre culture: bisogna accettare e valutare positivamente le diversità, ammettere i propri limiti e riconoscere che siamo tutti figli di Dio, fratelli che nascono, vivono e muoiono nella stessa casa comune, il pianeta Terra. In altre parole, la necessaria rivoluzione culturale richiede che gli uomini e anche le nazioni passino dalla situazione di abitanti nello stesso pianeta, spesso in competizione commerciale o addirittura in guerra fra loro, a quella di fratelli che si amano e si stimano.

Solo così si potrà giungere alla sostenibilità ecologica perché il pianeta verrà custodito e non degradato e le sue risorse verranno condivise nella sobrietà. Si potranno, o meglio si dovranno, anche mettere in atto una saggia politica per ridurre le disuguaglianze mediante lo sviluppo dei servizi comuni (scuola, sanità, trasporti, ecc.) e un’economia basata su tasse e sussidi mirati ad aiutare i più deboli, perché ogni persona vale e non va dimenticata. La consapevolezza che in un mondo globalizzato nessuno è autosufficiente ci permetterà di intraprendere collaborazioni proficue fra le nazioni e di dare forza alla pace.

*professore emerito di Chimica nell’Università di Bologna

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