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Di fronte a tanti virus

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Nelle ultime settimane sono aumentati ovunque i casi di malattie respiratorie. La Covid-19 ormai è la causa meno probabile di malessere negli adulti e nei bambini che sono alle prese con influenza, Rsv, scarlattina, adenovirus e altri patogeni. Come mai tantissime malattie infettive sono tornate a farsi vive nel 2022? Ormai è noto l’impatto che hanno avuto le misure di contenimento per la Covid-19 e la circolazione di altri virus, come ad esempio l’influenza nel periodo 2020-2021.

Il ‘debito immunitario’

Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che la mancata esposizione dei bambini ai patogeni potesse aver creato una sorta di ‘debito immunitario’, cioè un indebolimento del sistema immunitario. Sappiamo però che il sistema immunitario non viene per forza rafforzato da infezioni ripetute, ma in seguito ad un’infezione si crea un’immunità che per alcuni patogeni è temporanea. Infatti il vantaggio del vaccino è che crea immunità senza danneggiare l’organismo, ecco perché il vaccino può essere considerato l’unico vero ‘allenamento corretto per il sistema immunitario.

L’aumento spropositato dell’incidenza di vari virus respiratori registrato negli ultimi mesi è da attribuire principalmente a tre variabili: la prima sono i comportamenti dei cittadini; la seconda  è data dalla ridotta o mancata esposizione ad alcuni patogeni nel 2020-2021; infine la terza è da cercare nella presenza del Sarc-CoV-2 che ha alterato l’ecologia dei virus respirato

Comportamenti e mancata esposizione ad alcuni virus

Veniamo ai nostri comportamenti. Sono radicalmente cambiati rispetto al periodo 2020-21. Infatti ora possiamo circolare e incontrarci liberamente: per moltissime persone la vita è tornata esattamente quella del 2019. Le misure di contenimento per la Covid-19 sono pressoché nulle, e questo facilita la circolazione dei virus respiratori stagionali, soprattutto in inverno.

La seconda variabile che ha causato un aumento dell’incidenza delle malattie respiratorie è la mancata esposizione nel periodo 2020-2021. Va detto che una persona guarita da un’infezione acquisisce un’immunità che varia nel tempo. Ad esempio, se un anno prendiamo il raffreddore, è poco probabile che ci ammaleremo anche l’anno dopo. È invece probabile che ci ammaleremo di nuovo di raffreddore dopo due anni.

Alterata l’ecologia dei virus respiratori

La terza variabile rende di fatto inutili i confronti tra mesi di anni diversi usando come riferimento il periodo pre-pandemico. Molti giornali hanno mostrato aumenti drammatici confrontando il novembre del 2022 con quello del 2019. Il confronto è improprio in quanto non tiene in considerazione della diversa temporalità dei virus oggi. Ad esempio, se osserviamo l’andamento del virus dell’influenza A in Italia nel 2022 (in rosso scuro) e lo confrontiamo con gli anni precedenti, vediamo chiaramente un inizio molto precoce della stagione in corso.

I bambini sono da analizzare a parte perché hanno caratteristiche diverse: da un lato nei primi anni di vita contraggono moltissime malattie anche sintomatiche a causa di un sistema immunitario adattativo ancora immaturo. D’altra parte però i bambini sono meno soggetti alla Covid-19 e questo si ipotizza grazie ad un sistema immunitario innato più reattivo siccome perennemente stimolato dai virus. In un lavoro recente hanno dimostrato come nei bambini una potente risposta adattativa avviene nelle tonsille e nelle adenoidi postulando una più duratura resistenza al virus nel tratto respiratorio dei bambini.

La conclusione? Dall’analisi di questa situazione emerge l’importanza di un sistema di vaccinazione completo, dove adulti e bambini vengano vaccinati periodicamente contro i patogeni respiratori per evitare ondate di contagio violente che obblighino milioni di cittadini a letto, o peggio in ospedale.

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