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Antigone: “IL CASO COSPITO, IL 41BIS E LE CARCERI ITALIANE”

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IL CASO COSPITO, IL 41BIS E LE
CARCERI ITALIANE
In queste prime settimane del 2023 sta tenendo banco nel dibattito pubblico il caso di Alfredo Cospito, detenuto anarchico recluso al regime del 41-bis, secondo comma, dal maggio scorso e in sciopero della fame da oltre 100 giorni. Antigone ha chiesto che sia revocato il regime duro nei confronti di Alfredo Cospito e ha cercato di fare chiarezza in un dibattito confuso. In questa newsletter parleremo di questo caso – a cui dedicheremo anche un convegno che si terrà a Roma il prossimo 13 febbraio nel quale racconteremo le nostre azioni legali anche in materia di ergastolo ostativo – senza tralasciare le tante emergenze che interessano il sistema penitenziario italiano.
di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone
La ragionevolezza giuridica non rende mai debole uno Stato Nel caso Cospito, ma non solo, la ragionevolezza giuridica non rende mai debole uno Stato.
Spetta a questo, al Ministro della Giustizia, ai giudici prendere una decisione che salvi la vita di Cospito revocando la misura del 41-bis e garantendo che la pena nei suoi confronti sia rispettosa del principio di umanità. Lo chiediamo da settimane, a prescindere da qualunque pressione di piazza, e la richiesta si fa ogni giorno più ineludibile. Come ha scritto Patrizio Gonnella in un commento su Il Manifesto, il 41-bis non è stato pensato nel 1992 per recludere un detenuto come Alfredo Cospito. Aveva ben altri obiettivi.  Insieme a Amnesty International Italia e A Buon Diritto ci siamo appellati al Ministro per una decisione umanitaria e politica che non si faccia condizionare da eventi esterni. Intervenire sul caso Cospito significa riportare il caso dentro un’area di ragionevolezza e umanità che è l’unica che deve riguardare lo Stato e le sue istituzioni. E’ proprio affrontando questo caso nel solco di questa ragionevolezza, come ha scritto Susanna Marietti nel suo blog su Il Fatto Quotidiano, che si contribuirebbe a riproporre anche in fase esecutiva della pena il sacrosanto principio di proporzionalità evitando generalizzazioni che non giovano alla lotta al crimine organizzato. IL NOSTRO DOSSIER SUL CASO COSPITO
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