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Morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa, impennata di diagnosi, le possibili cause

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Morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa, impennata di diagnosi, le possibili cause

di Chiara Stella Scarano, sanità informazione

Una cattiva alimentazione, l’inquinamento, ma anche fattori di predisposizione genetica. Sono gli ingredienti principali di un mix che sempre più spesso porta all’insorgenza del Morbo di Crhn o alla rettocolite ulcerosa, malattie infiammatorie dell’intestino. Fortunatamente, però, per la cura di queste patologie sono a disposizione terapie farmacologiche e tecniche chirurgiche all’avanguardia, che consentono ai pazienti di poter condurre una vita normale pur con le necessarie cautele del caso.

Aumentano le diagnosi (ma anche le opzioni terapeutiche)

Ormai, le diagnosi di queste patologie hanno frequenza prima impensabile . Si tratta di patologie tipiche del mondo occidentale, legate sicuramente allo stile di vita, tant’è vero che, ad esempio, nel continente africano l’incidenza è bassissima. In diversi casi il trattamento con anticorpi monoclonali porta a risultati duraturi. La sinergia tra gastroenterologia e chirurgia ha portato a grandi passi avanti nel trattamento di queste patologie, grazie all’impiego di farmaci biologici sempre più potenti, che consentono in molti casi un controllo efficace della malattia anche per molti anni. Tuttavia se la risposta farmacologica è insufficiente diventa necessario intervenire chirurgicamente. La chirurgia mininvasiva comporta enormi vantaggi soprattutto in termini di ripresa più rapida e di impatto migliore sull’estetica e sulla qualità della vita, ma anche nella chirurgia ad addome aperto ci sono stati degli enormi progressi».

La chirurgia mininvasiva e i suoi vantaggi

«Oggi il 15-30% dei pazienti con colite ulcerosa viene sottoposto ad intervento chirurgico nel caso di urgenze, insufficiente risposta alla terapia medica, effetti collaterali o insorgenza di un tumore. Questa indicazione pur comportando la rimozione del colon, è risolutiva della malattia ed è possibile effettuarla con un solo intervento o in più fasi, a seconda delle condizioni generali del paziente. I dati portano a confermare pienamente questa possibilità. La tecnica prevede la rimozione del colon-retto e la ricostruzione di un nuovo retto “pouch” (marsupio, ndr) che sostituirà l’organo rimosso. Dopo l’intervento la stragrande maggioranza dei pazienti può condurre una vita normale, perché si tratta di interventi risolutivi, e molti studi hanno dimostrato che la qualità della vita di questi pazienti risulta sovrapponibile a quella dei soggetti che non soffrono di tali patologie. Tra i parametri: la vita quotidiana, il lavoro, la socialità, la sessualità, la possibilità di fare sport e viaggiare. Una tecnica che offre enormi vantaggi, soprattutto nelle donne, visto che limita le aderenze e il rischio di infertilità».

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