di Mario Ridulfo, Segretario Generale della Cgil di Palermo
Manifestare contro la mafia, farlo a Palermo e farlo il 23 maggio, dovrebbe essere una iniziativa da incoraggiare da parte delle istituzioni…si ma quali istituzioni, però?
Dovrebbe (purtroppo dovrebbe), essere normale per tante e tanti giovani poter scendere in piazza e poter gridare che “la mafia è una montagna di merda” e “fuori la mafia dallo Stato”…Dovrebbe!
Dovrebbe essere normale, poterlo fare in modo nuovo, diverso anche nel linguaggio e nel messaggio…Dovrebbe!
Nuovo se volete, pure alternativo.
La lotta alla mafia e la lotta per i diritti camminano assieme, ma tutti i diritti! a cominciare da quelli: sociali, di genere, sindacali, ambientali. Diritto alla salute, al lavoro, alla casa, al futuro, ai diritti, alla felicità.
Ma tutto ciò è fuori proprio dalla testa, di quanti hanno relegato l’antimafia in un limbo di ipocrite buone maniere, utili forse solo per un giorno,
ma che durano, quanto le corone di fiori, prima di sfiorire e puzzare.
Quello, insomma, che è normale per altre città, non lo è invece per Palermo.
Ma il cerimoniale del Potere è normale, solo in una città (che però) normale non è!
Noi non ci fermeremo perchè la vostra normalità ha il lezzo di trentuno anni di corone di fiori!