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Allarme infezioni sessuali, più casi di sifilide e gonorrea

Allarme infezioni sessuali, più casi di sifilide e gonorrea

Società Interdisciplinare per lo studio delle malattie sessualmente trasmissibili (Simast), INFETTIVOLOGIA REDAZIONE DOTTNET | 03/11/2023 12:25

Nuova apprensione per le infezioni sessualmente trasmesse (Ist), con numeri in aumento in tutta Europa, con l’Italia che non fa eccezione. L’allarme per la diffusione delle Infezioni sessualmente trasmesse riguarda anzitutto sifilide e gonorrea, ma non solo. La sifilide è l’infezione batterica sessualmente trasmessa più diffusa in Italia e la sua curva è in costante aumento, con una crescita del 15% nell’ultimo anno, soprattutto tra i maschi che fanno sesso con maschi (Msm). L’infezione da gonococco è la seconda malattia sessualmente trasmessa nel mondo dopo la clamidia: dati recenti mostrano un incremento del 40% in molti Paesi europei come Danimarca, Svezia, Irlanda, Olanda e sono assimilabili anche all’Italia.

Colpisce soprattutto l’incremento nella popolazione femminile sotto i 25 anni che dimostra come si stia espandendo anche al di fuori della popolazione più a rischio (Msm); in questo senso, nella trasmissione è sempre più rilevante il ruolo del sesso orale. Tra i trend in crescita vi è anche il Monkeypox, il cosiddetto vaiolo delle scimmie: dopo il picco nella primavera 2022, l’epidemia non può dirsi conclusa, con segnalazioni di casi in diversi Paesi europei tra cui anche l’Italia. Per contrastare le Ist vi sono alcune forme di prevenzione, mentre in caso di rapporti a rischio resta fondamentale la diagnosi precoce. Oltre alle vaccinazioni già da tempo disponibili per Papilloma virus e Monkeypox, di cui sono riconosciute efficacia e sicurezza, vi sono altre vaccinazioni nelle diverse fasi sperimentali Per la gonorrea potremmo avere un vaccino già tra uno o due anni, mentre si prevedono più lunghi i tempi per sifilide, clamidia e herpes.

La prevenzione “si realizza anche con un intervento sui rapporti a rischio che possono essere identificati con gli screening, anche se spesso i soggetti a rischio non sono facilmente raggiungibili. Questo ha aperto le porte al self sampling, un test di autovalutazione che si può mandare via posta ai centri specialistici e che in Italia si è diffuso dalla pandemia.Tuttavia, per un risultato efficace, serve un network che monitori la corretta esecuzione del test e permetta di avviare un percorso di trattamento nel caso sia presente un’infezione. Un altro dato rilevante riguarda la crescita delle Ist nei pazienti con infezione da Hiv: i benefici per l’Hiv derivanti dallo U=U (chi ha livelli di Hiv non rilevabili nel sangue non trasmette il virus) e dalla Prep (profilassi pre-esposizione con antivirali) potrebbe aver provocato un allentamento dell’attenzione nella prevenzione delle Ist e, conseguentemente, un aumento di casi”.

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