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La guerra disumanizza

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La guerra disumanizza

di Giancarla Codrignani*

Intanto il mondo cambia senza che ci sentiamo responsabili dei mutamenti: ormai il mondo è spaccato in chi crede di avere ragione di far guerra al nemico perché “è il male” e chi afferma la stessa cosa, dall’altra parte. Il “male” non si risolve con la guerra, non per ragioni morali, ma perché le armi che produciamo sono di così alta capacità devastanti da mettere a rischio il mondo.di

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Da che parte stare. Gaza bombardata, peggio di Mariupol è insostenibile. Era così anche Bologna. Mi vedo bambina che rientro dal Veneto – se fosse stato distrutto il ponte sul Po’ io e la mamma saremmo rimaste divise dal babbo – e sono in stazione. Come taxi un carro agricolo, attraversiamo via Indipendenza tra calcinacci e macerie. Bombardata dagli americani che combattevano i tedeschi che avevano occupato l’Italia e avrebbero imperversato a Montesole. Conta capire la realtà: dalla prima guerra mondiale era derivata la seconda perché la prima aveva prodotto il fascismo e il nazismo. Necessario essere cittadini democratici, non individui a cui va bene tutto purché non gli chiedano di pensare. Questa volta non è mica l’Ucraina, qui si va al “sacro”, torna l’antisemitismo, l’antislamismo c’è già: guerre di lunga durata su due fronti?

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La crudeltà sui bambini. Come non ci si deve indignare? Uccidere i responsabili di Hamas? Solo loro? Vi ricordate Astianatte piccolo che non riconosce il suo babbo nascosto sotto l’elmo pauroso e Ettore che se lo toglie per coccolare il figlio? I greci lo sbatteranno dalle rupi di Troia perché figlio di principe potrebbe un giorno tentare la rivincita: fa paura.  Ricordiamo i Salmi biblici delle maledizioni che scatenano la morte sui bambini nemici di dio e quanti piccoli islamici sono stati seviziati dai crociati. Non basta?

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La Paura ama le armi. Per sicurezza?! La Svezia negli ultimi anni ha investito in tecnologie militari e ha riaperto basi chiuse dopo la guerra fredda. Spesa militare raddoppiata dal 2016 e per il 2024 un più del 30%.

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Il singolo cittadino si rende conto che il pericolo dell’islamico fanatico che lo ammazza è pari a quello di trovarsi atterrati da un monopattino veloce sotto i portici. A meno che Hamas non suoni la tromba sulle ragioni non solo politiche ma di fede.

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Quello che succede al clima non basta a farci capire che la guerra inquina non solo moralmente e che abbiamo di che spendere meglio i nostri investimenti per ora bellici?

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L’educazione del “maschio di guerra”. “L’abbiamo intontiva con birre e ectasy fino alle 6 dei mattino….Si è svegliata e ci ha urlato di smettere, ma noi ridevamo… La violentavano tutti, così l’ho fatto anch’io. Alla fine lei piangeva, l’ho lasciata in strada. E’ il verbale dell’interrogatorio di uno dei ragazzi sotto i 20 anni, che a Torino hanno violentato una ragazza. Un ragazzo così, mettetelo con una divisa addosso e ditemi se non ammazzerebbe i bambini.

  • politologa, giornalista, già docente e parlamentare
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