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“Le donne non copino atteggiamenti maschili di aggressività e sopraffazione”

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   FESTA DELLE DONNE  

di Beppe Manni, Gazzetta di Modena 6 marzo 2024

Quest’anno l’8 marzo festeggiamo tre donne che hanno raggiunto per la prima volta le vette della politica riservate fino ad oggi a maschi: Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, Elena Schlein presidente del PD, Alessandra Todde governatrice della Sardegna.

Queste ‘Premier’ spiazzano i maschi.

Già 2500 anni fa un poeta dimostrava di non capire la donna: “Ci sono tre cose per me troppo meravigliose – anzi quattro, che io non capisco: la traccia dell’aquila nell’aria, la traccia del serpente sulla roccia, la traccia della nave in mezzo al mare – la traccia dell’uomo nella giovane donna… (Proverbi 30,18-20)

La prima divinità venerata dall’uomo fu la Dea Madre: simboleggiava la fertilità della terra dalla quale tutti siamo nutriti. La ‘Venere di Savignano’, trovata sul greto del Panaro cento anni fa, è il più antico esempio modenese (30mila anni fa) di questa divinità. Poi al tempo classico la grande madre venne rappresentata da una trinità che ricordava le tre funzioni principali della donna. Giunone dea della fertilità, Venere dea dell’amore e Minerva dea della sapienza. Madre, amante, sapiente. Gli dei maschi invece erano per lo più rozzi, infidi, vendicativi, violentatori, guerrafondai. Dopo millenni di silenzio, oppressione e schiavitù, la donna ha guadagnato progressivamente ruoli importanti nella società anche italiana. Uguaglianza, pari diritti, incarichi professionali e amministrativi.

Ancora oggi in alcune società, maschi primitivi e criminali trattano le donne come schiave. Sono spesso legate a frange arretrate delle religioni monoteiste dell’Ebraismo, del Cristianesimo e dell’Islam che non a caso rappresentavano spesso la divinità come maschio, onnipotente e giustiziere.

La donna non può ancora fare il rabbino, l’imam, il prete.

In questi giorni giovani donne a mani nude, non blindate su mastodontici trattori guidati da uomini, sono scese in piazza per gridare contro i massacri del governo d‘Israele a Gaza. A Gerusalemme altre donne madri, spose e figlie (anche se dimenticano i 30 mila morti palestinesi) manifestano per la liberazione degli ostaggi ancora in mano di Hamas dopo il terribile massacro del 7 ottobre.

Ancora una volta il popolo maschio non capisce. Come fece per la giovane Greta, dopo la calunnia e il sarcasmo usa i bastoni contro chi osa alzare la testa contro il potere maschile portatore di guerre e di sangue.  

Ci auguriamo che le donne al ‘potere’ siano solidali tra di loro e non copino gli atteggiamenti maschili di aggressività e di sopraffazione, ma esprimano la loro parte migliore: la dolcezza della cura e l’attenzione ai più poveri, sempre attente al bene della grande casa della quale loro sono vestali e custodi.

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