IL DOVERE DELL’UOMO CHE GOVERNA
di Nadia Terranova*
Adesso narrerò un apologo ai giudici. Uno sparviero, dopo aver ghermito un piccolo
usignolo variopinto, lo trascinò in alto fra le nubi, e quello, trafitto dagli artigli ricurvi,
piangeva di dolore. Allora lo sparviero gli disse: “Infelice, di che ti lamenti? Sei preda
di uno più forte di te; dove ti porto io, tu andrai, anche se canti; ti divorerò o ti libererò
a mio piacere. Stolto è chi combatte i più forti: non riporterà alcuna vittoria e, oltre al
danno, dovrà subire la beffa”.
L’apologo dello sparviero e dell’usignolo è la prima favola della storia della letteratura
occidentale. Si trova nelle Opere e i giorni di Esiodo, un poema del settimo secolo a.
C., ed è curioso che la favola sia anche una delle prime riflessioni della nostra civiltà
sulla Hybris, la tracotanza, che tanta parte avrà nel mondo classico. Il potere, si
evince dalle parole di Esiodo, è innanzitutto un potere fisico: il più forte, il più grosso,
colui che ha più armi – in questo caso, gli artigli – tiene in scacco in più debole.
Partendo da qui, da una storia per bambini, la Hybris diventò nel mondo classico la
più disdicevole delle violazioni: abusare di una carica, agire dentro un dislivello
politico era un peccato disonorevole, la rivelazione dell’incapacità di essere
all’altezza del proprio ruolo.
Il dovere dell’uomo che governa, proprio in virtù della propria carica divina, è ergersi
al di sopra degli istinti e delle passioni proprie del piano umano. Nella Politica,
Aristotele elenca i comportamenti che i tiranni devono evitare per non cadere nella
Hybris, e ne individua due in particolare: percuotere i sudditi e abusare della loro
giovinezza. Monica, madre di uno dei ragazzi colpiti durante la manifestazione in
difesa della Palestina a Pisa, ha risposto ai giornalisti che chiedevano se avrebbe
accettato delle scuse. È con le sue parole che voglio concludere.
A me delle scuse importa fino a un certo punto. Voglio che queste cose non
succedano più. Un’amica di mio figlio è rimasta in osservazione per un trauma cranico, un altro è stato colpito all’addome e aveva sangue nelle urine, si temeva un’emorragia interna. Stiamo parlando di ragazzini, li hanno curati in pediatria.
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In occasione delle cariche della polizia agli studenti a Pisa per il corteo pro Palestina (marzo 2024), Terranova aveva scritto questo testo per la trasmissione “Che sarà” condotta da Serena Bortone su Rai tre. Il testo non è mai andato in onda. “La redazione mi aveva invitata a scrivere un monologo, che io stessa avrei dovuto leggere – ha spiegato Terranova – l’ho fatto, ma il testo non è stato reputato adatto alla puntata”.
Il titolo con il quale lo pubblichiamo è redazionale; il testo è ripreso dal sito de “la Repubblica” che l’ha pubblicato il 22 aprile 2024.
L’intervento chiesto alla scrittrice e bloccato dalla Tv di Stato sui pestaggi degli studenti. L’episodio, di alcune settimane fa, riguarda la stessa trasmissione televisiva su Rai tre, “Che sarà” Serena Bortone
*Nadia Terranova (Messina, 1978) vive e lavora a Roma. Tra le sue opere: Gli anni al contrario (vincitore, fra gli altri, dei premi Bagutta Opera Prima, Brancati, Fiesole, The Bridge Book Award), Addio fantasmi (finalista al Premio Strega 2019 e vincitore, fra gli altri, del Premio Alassio Centolibri) e Trema la notte (vincitore del Premio Elio Vittorini 2022). Le sue opere sono tradotte in tutto il mondo.