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IL REFERENDUM SUL DIVORZIO DI 50 ANNI FA

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IL REFERENDUM SUL DIVORZIO DI 50 ANNI FA di Beppe Manni, Gazzetta
Cinquanta anni fa il 12 e 13 maggio del 1974: referendum abrogativo della legge sul divorzio del 1970.
Chi votava SI voleva cancellare la legge; chi votava NO intendeva mantenerla. Ci fu uno scontro politico e religioso. Chi voleva cancellare la legge sosteneva che il divorzio avrebbe distrutto le famiglie. Chi voleva mantenere la legge (liberali, sinistre, movimenti cattolici e femminili; alcuni preti e piccola parte della DC) spiegava che la legge sanava situazioni ‘di fatto’ (famiglie già divise) e intendeva tutelare le parti più deboli, le donne e i figli. I Vescovi alleati alla DC e al MSI, si schierò per il Si: il divorzio era un peccato grave contro l’indissolubilità del matrimonio, una legge voluta da Dio secondo il diritto naturale; ai divorziati veniva impedito di fare la comunione e avere incarichi religiosi (padrini e madrine, insegnanti di religione, catechisti).
Per la prima volta nella chiesa il dissenso e la disobbedienza diventarono ufficiali. Per il credente il matrimonio resta indissolubile, dicevano, ma in uno stato laico è giusto prevedere la legge per il Divorzio. Si cominciò a sostenere che la coscienza dell’individuo era il campo della libertà e delle scelte personali. Già in due recenti occasioni molti cristiani avevano agito in libertà di coscienza: nel 1948, quando i comunisti erano stati scomunicati e due decenni dopo quando Paolo VI con l’enciclica Humanae Vitae proibì la contraccezione. La Romana Rota un tribunale ecclesiastico poteva e può annullare il matrimonio religioso e quindi anche civile (secondo il concordato del ’29), senza l’obbligo di tutela per le parti più deboli. Percorrere questa strada era ed è molto costoso e le testimonianze possono essere ambigue, come avverte il Papa.
Il dibattito religioso ebbe le sue vittime: i preti che si erano ufficialmente dichiarati per la libertà di scelta, furono emarginati, esautorati dagli insegnamenti teologici (come avvenne a Modena) e altri sospesi a divinis, come l’abate di San Paolo a Roma, Franzoni.
Vinse nettamente il No con il 59% e una partecipazione al voto dell’88%, rivelando una inaspettata maturità degli italiani.
Non ci furono esiti disastrosi per la famiglia; i matrimoni e le famiglie non sono naufragate per la legge del divorzio. Oggi si sposa in chiesa solo il 30%, il 70% sceglie il matrimonio ‘civile. Molti convivono ‘more uxorio’ senza sposarsi. I divorzi nel 2023 a Modena sono addirittura diminuiti.
Altri sono i problemi della ‘famiglia’ e delle separazioni: le difficoltà economiche per progettare una famiglia, le sofferenze dei figli, la povertà dei coniugi separati; la difficoltà delle riconciliazioni.
Ma di tutto questo parleremo un’altra volta.

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